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Emergenza Nord Africa: Associazioni e sindacati: “Dignità e certezze per i profughi”

“Destino incerto per ventimila persone. Servono permessi di soggiorno umanitari, risorse e verifiche sull’accoglienza. Si sprecano soldi pubblici alimentando razzismo e conflitti”.

Roma – 29 ottobre 2012 – Sono oltre 20mila i profughi arrivati in Italia dalla Libia nel corso dell’”Emergenza Nord Africa” e accolte nel sistema d’accoglienza gestito dalla Protezione civile, ma il loro destino è incerto. Senza un intervento del governo, il 31 dicembre si troveranno per strada, senza alcun sostegno, pronti a diventare immigrati irregolari.

Nasce da questa situazione l’appello di associazioni e sindacati per dare “dignità e certezze per i profughi e i territori coinvolti”. I primi promotori sono ARCI, ASGI, Centro Astalli, Comunità di S.Egidio, Senza Confine, CIR, CGIL UIL, SEI UGL, Focus-Casa dei Diritti Sociali, che per domani 30 ottobre hanno organizzato una manifestazione a Roma “insieme ai profughi per chiedere una soluzione urgente e dignitosa”.

“Mancano meno di tre mesi – si legge nell’appello – alla conclusione della cosiddetta Emergenza Nord Africa, la cui gestione è stata affidata alla Protezione Civile, e non si sa ancora quale sarà la sorte delle oltre 20mila persone giunte in Italia dalla Libia nel 2011, tra cui molti rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni. Preoccupa la mancanza di un provvedimento che consenta alle molte migliaia di persone presenti di ottenere un titolo di soggiorno di lungo periodo, senza il quale è impossibile avviare qualsiasi progetto di inserimento sociale”.

I promotori chiedono quindi al Governo “con forza e urgenza” :

– una decisione immediata con un provvedimento chiaro che consenta il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario in favore di tutti i profughi giunti dalla Libia;

– una soluzione dignitosa ed efficace per l’inclusione sociale dei profughi coinvolti nei progetti d’accoglienza, con la predisposizione di risorse adeguate, che consenta di realizzare il processo di integrazione di queste persone con precisi percorsi di uscita dai centri emergenziali con una chiara previsione di misure di sostegno;

– un coinvolgimento reale delle organizzazioni di tutela e dei territori coinvolti nell’accoglienza per la definizione delle soluzioni concrete;

– una verifica puntuale della qualità dei servizi erogati sul territorio nell’ambito dei progetti d’accoglienza per evitare sprechi, chiudendo al più presto quelle esperienze inadeguate di ospitalità e valorizzando le esperienze di qualità, con l’obiettivo di riportare quest’ultime al più presto all’interno della rete SPRAR.

“In mancanza di soluzioni concrete e rispettose della dignità delle persone e dei territori coinvolti – ammoniscono associazioni e sindacati- riteniamo che il rischio di innescare tensioni sociali e di provocare ulteriore disagio sia altissima. Senza soluzioni realistiche e dignitose si rischia di sprecare ancora per molto tempo ingenti risorse pubbliche alimentando peraltro razzismo e conflitti”.

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