Roma – 4 marzo 2013 – “Cessato il contributo all’accoglienza per i profughi e i richiedenti asilo arrivati in Italia dal Nord Africa, nei territori non è affatto finito il problema che resta tutto a carico dei comuni”. Lo ha sottolineato oggi il sindaco di Padova e delegato Anci all'Immigrazione, Flavio Zanonato, intervenendo alla trasmissione radiofonica di Radio 1 ‘La radio ne parla’ dedicata alla chiusura dell’Emergenza Nord Africa.
Zanonato ha ricordato che il ministero dell’Interno “ha disposto una buonuscita di 500 euro per ciascuno dei 13 mila che sono ancora da noi”, e che, accogliendo le richieste dell’Anci, si è detto pronto a “farsi carico della permanenza nelle strutture delle cosiddette categorie vulnerabili”. Ma le amministrazioni comunali dovranno comunque occuparsi di “una serie di persone che in due anni non hanno imparato una lingua, non hanno acquisito una professionalità e che non sono in grado di trovarsi un lavoro o una casa.
Il rappresentante dei sindaci ha ricordato che “le lungaggini nella concessione del documento di soggiorno, necessario per potersi muovere sul territorio o andare in altri paesi europei a cercare lavoro” sono uno dei fattori che hanno frenato l’inserimento dei profughi.
Zanonato è tornato a criticare l’atteggiamento del governo precedente che “non ha dimostrato di voler affrontare in modo serio il problema”. Ma ha anche respinto le critiche circa un utilizzo improduttivo delle risorse destinate per gestire l’emergenza. “Dobbiamo guardare il bicchiere mezzo pieno, in Italia sono arrivate 35-40 mila persone, adesso dopo due anni ne restano 13 mila. A Padova – ha aggiunto – siamo passati da 350 persone a 50 accolte che, appartenendo a categorie vulnerabili, possono restare nelle strutture”.
Alla trasmissione ha partecipato anche la direttrice del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), Daniela Di Capua, che ha auspicato un rafforzamento della rete di accoglienza che attualmente garantisce 3700 posti.
“Siamo ben disposti a questa possibilità, solo nell’ultima settimana abbiamo ricevuto 200 segnalazioni di persone 'vulnerabili' che attendono di entrare nei nostri centri”, ha detto Di Capua. “Lo Sprar rappresenta ormai un modello che funziona, con importanti riconoscimenti dal Consiglio d’Europa. Il nostro unico limite – ha concluso – è che non riusciamo a coprire il 100% della domanda. Sarebbe ora di investire di più nella rete, invece di lavorare in continua emergenza”.