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Emergenza Nordafrica. Arci: “Permessi umanitari per i 40 mila arrivati da Tunisia e Libia”

Miraglia: “Uscrire da incertezza. Per i progetti d’accoglienza non c’è copertura finanziaria. Il governo batta un colpo”

 

Roma – 10 maggio 2012 – Bisogna rinnovare i permessi umanitari di  11 mila tunisini e concedere lo stesso documento anche ai 30 mila subsahariani scappati dalla guerra in Libia. Il governo dia un “segnale di svolta” alle politiche di immigrazione e accoglienza.

Filippi Miraglia, responsabile immigrazione dell’Arci, denuncia la “situazione di grave incertezza e precarietà che si è determinata – ed è destinata ad aggravarsi in mancanza di soluzioni urgenti e concrete – per le migliaia di persone giunte in Italia dalla Tunisia e dalla Libia nel 2011, allo scoppio delle rivoluzioni nel nord africa”.

“Nel mese di aprile –  ricorda – sono scaduti i permessi temporanei per motivi umanitari concessi dal governo a più di 11mila giovani tunisini. Nonostante le promesse del ministro Cancellieri, questi permessi non sono stati prorogati, né lo saranno in mancanza del reperimento delle risorse necessarie a garantire la copertura finanziaria dell’accoglienza garantita a 400 di questi 11mila che rischiano così, da un giorno all’altro, di essere soggetti ad espulsione”.

Anche per il futuro dei 30.000 cittadini provenienti dalla Libia, ma non di nazionalità libica,  “l’incertezza è grande, sia dal punto di vista giuridico che delle possibilità d’accoglienza”.  Le domande sì asilo vengono infatti respinte perché nel Paese d’origine non ci sono situazioni di pericolo e anche i previsti programmi di rimpatrio assistito “sono del tutto inadeguati e non funzionano”.

Intanto, secondo il governo mancherebbe la copertura finanziaria  per le convenzioni dei progetti di accoglienza firmate nel 2011 con enti locali, associazioni, imprese e organizzazioni varie “poiché le risorse previste sarebbero state, col decreto Salva Italia, spostate su altra voce di bilancio”.

“Si tratta – denuncia  Miraglia – di progetti attivi da più di un anno, per i quali gli enti assegnatari hanno anticipato risorse anche ingenti sulla base di impegni assunti dal governo e che ora si troverebbero con un pugno di mosche. Se questo venisse confermato, si tratterebbe di una vera e propria truffa che costringerebbe gli interessati a intentare altrettante cause per riscuotere quanto dovuto” .

L’Arci chiede infine di ripristinare la possibilità di sbarco a Lampedusa, riaprendo il centro di accoglienza e attrezzandola per ricevere i migranti. “Si eviti l’ennesima ‘emergenza’ ampiamente prevista e prevedibile, assumendo le misure necessarie per garantire un’accoglienza dignitosa a tutti. Per questo chiediamo che la Rete Sprar venga ampliata in modo da poter soddisfare tutte le domande e che venga unificato e reso più organico ed efficiente il sistema d’accoglienza”.

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