Il Carroccio studia finanziamenti per agevolare locali che offrono prodotti tipici locali ROMA, 30 gennaio 2009 – La decisione del comune di Lucca di bloccare l’apertura di nuovi ristoranti "etnici" all’interno del centro storico "per salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo", ha suscitato non poche polemiche.
L’iniziativa ha di fatto bloccato l’apertura di nuovi rivenditori di kebab, ma ha anche sollevato questioni sull’applicabilità di questo regolamento anche a quei ristoranti, di alta fascia che non hanno un menù italiano.
L’iniziativa lucchese è piaciuta molto anche alla Lega nord in Emilia Romagna. Il capogruppo del Carroccio alla Regione, Maurizio Parma, ha infatti sottolineato come un’iniziativa simile contribuirebbe a tutelare le tipicità culinarie e gastronomiche della nostra tradizione, oltre a contenere il degrado dilagante che spesso caratterizza le attività "etniche di questo tipo".
"Quella di Lucca – ha spiegato il capogruppo ai giornalisti del Velino – segue la falsariga di una nostra vecchia proposta presentata in passato in consiglio che prevedeva la regolamentazione dell’apertura, nei centri storici delle nostre città, di nuovi esercizi commerciali. Allora la nostra iniziativa era stata stimolata dall’apertura di troppi call center – prosegue l’esponente leghista -. Attualmente stiamo valutando una proposta di questo genere, ma non indirizzata solamente ai venditori di Kebab. Questo, infatti, non rientrerebbe nelle competenze regionali: solo i Comuni possono avviare tali iniziative specifiche".
Obiettivo del gruppo leghista in regione è, invece, quello di presentare un’iniziativa che propone la concessione di incentivi – sotto forma di finanziamenti o di sgravi fiscali – che hanno lo scopo di agevolare il ritorno nei centri storici di ristoranti e osterie che offrono prodotti tipici del territorio italiano.
"Stiamo lavorando su questa ipotesi – ha proseguito Parma -. Alla fine dello scorso anno siamo riusciti a far bloccare, grazie a un nostro emendamento, una delibera regionale (la numero 5 del 24 marzo 2004), che riservava contributi regionali esclusivamente a cittadini stranieri immigrati per l’avvio di attività imprenditoriali nel commercio e nei servizi". Grazie all’emendamento leghista la delibera ha esteso per i prossimi tre anni i contributi regionali a tutti i residenti dell’Emilia Romagna e non in maniera esclusiva ai soli immigrati.