Nel 2008, 20 milioni di persone hanno abbandonato la casa a causa dei disastri naturali causati dal clima. L’Onu si mobilita
Roma – 12 giugno 2009 – A incrementare il fenomeno migratorio ci si mette anche il clima. E l’Europa intende correre ai ripari. Già da un po’ gli esperti avvertono che i cambiamenti climatici causeranno nei prossimi anni milioni di rifugiati.
È il dato emerso durante la conferenza sul clima delle Nazioni Unite, cominciata ieri a Bonn. Entro il 2050, avvertono i rappresentanti delle organizzazioni internazionali, circa 200 milioni di persone saranno costrette a emigrare a causa di siccità, alluvioni, tempeste e altre calamità provocate dai cambiamenti climatici. Un nuovo studio prevede per il pianeta conseguenze catastrofiche se non si interverrà in maniera decisa contro il riscaldamento globale: milioni di persone saranno costrette a lasciare le loro terre e i Paesi più colpiti saranno quelli in via di sviluppo.
Si tratterebbe di mutamenti capaci di far diminuire l’offerta di cibo e di acqua nei paesi più poveri del Nord Africa e del Medio Oriente. In alcune zone del continente nero si potrebbe perdere circa il 75% della terra coltivabile.
"Abbiamo bisogno di nuovi impulsi e idee concrete per prevenire il rischio di una migrazione di massa", sostiene Koko Warner della UN University, uno degli autori dello studio. Secondo Charles Ehrhart, coordinatore dell’organizzazione non governativa Care, gli effetti dei cambiamenti climatici stanno già giocando un ruolo fondamentale nelle dinamiche dei flussi migratori. È quanto accade a causa dell’innalzamento del livello dei fiumi, come in Vietnam, nelle regioni attraversate dal fiume Mekong, oppure in India nelle terre del Gange e in Egitto con il Nilo.
L’allarme lanciato dagli ambientalisti è serio: solo lo scorso anno 20 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le loro case in seguito a disastri naturali causati dai cambiamenti climatici. L’Onu insiste sulla necessità di rispettare gli obiettivi assunti in materia ecologica, e sull’introduzione di un nuovo statuto per questi migranti, che oggi sono inseriti nella categoria generica di "profugo volontario per motivi economici".
a.i.