Il ministro dell’Interno firma il decreto di rimpatrio per un immigrato macedone di Treviso. “Via dall’Italia chi non rispetta la legge ed è ostile alle nostre tradizioni”
Roma – 13 gennaio 2016 – Aveva contatti con estremisti islamici, “forti pulsioni alla radicalizzazione”, non aveva voluto condannare gli attacchi di Parigi, suo figlio aveva inneggiato all’Isis. Tutti indizi che hanno fatto ritenere pericoloso per l’Italia un immigrato macedone 39enne che viveva in provincia di Treviso e che oggi è stato rimpatriato “per motivi di prevenzione di terrorismo”.
A firmare il decreto di espulsione, il 67 esimo di questo tipo, è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che questo pomeriggio in una nota ha reso noti i dettagli dell’operazione, condotta dai carabinieri del Ros.
“Ho deciso l’espulsione – ha spiegato Alfano – a seguito di alcuni elementi raccolti grazie all’importante lavoro dal Ros per il contrasto del terrorismo di matrice jihadista. Il macedone, in Italia dal 1998, impiegato regolarmente in una ditta, aveva contatti, sin dal 2014, con alcune persone, di origine balcanica, accomunate da un credo radicale islamista, con posizioni oltranzistiche ed ideologie di stampo wahabita, fortemente ostili rispetto agli usi e ai costumi occidentali”.
Secondo le risultanze investigative, l’espulso era un profondo conoscitore del jihadismo e un rigoroso osservante dei rigidi dettami della dottrina salafita, con forti pulsioni di radicalizzazione che lo avevano spinto a un progressivo cambiamento in chiave antioccidentale delle abitudini, anche a livello estetico. “Per noi – sottolinea il ministro dell’Interno – è stato molto indicativo il suo rifiuto, dopo gli attacchi terroristici del 13 novembre a Parigi, di aderire a un comunicato di solidarietà alla Francia e contro l’Islamic State, promosso da alcune associazioni islamiche”.
Nella nota del Viminale si cita anche il comportamento del figlio dell’immigrato. Lo scorso novembre il ragazzo, durante una lezione in classe, avrebbe infatti “manifestato approvazione per gli attentati terroristici di Parigi con la frase: “hanno fatto bene… adesso andiamo a Roma e ammazziamo il Papa … viva l’ ISIS”.
“Noi siamo un Paese che conosce i principi dell’accoglienza per chi fugge da guerre e persecuzioni, ma siamo un Paese che fa rispettare le proprie leggi e le proprie regole e chi non le rispetta o si dimostra persino ostile alle nostre tradizioni, lo espelliamo. Questa – ha detto il titolare del Viminale – è la nostra linea”.