Venuto dal Kenya con un sogno nel cassetto: diventare un attore famoso. Ha inciso un Cd e ora sta scrivendo un libro sull’immigrazione
Roma – 11 maggio 2009 – Attore, poeta, musicista e operaio edile: Eugine Otieno è un artista dalle tante sfaccettature. Nato a Nairobi nel 1982, è arrivato a Udine nel 2001, dove vive con la madre. Eugine parla inglese, italiano e spagnolo e in tasca ha un diploma da ragioniere preso in Kenya, che qui non vale granché. Ma l’amore per la musica e per il teatro, quello non ha bisogno di riconoscimenti. Se lo porta sempre con sé.
“Il mia passione per la musica e per la recitazione ha radici lontane, nella mia infanzia. Il mio esordio sul palcoscenico fu quando declamai un poema durante la funzione in chiesa: già allora mi fu chiaro che me la cavavo bene in questo campo. Ma l’episodio che mi fece venire la voglia di dedicarmi al teatro più seriamente fu quando mi fu negato un ruolo da protagonista in uno spettacolo durante il festival del teatro nella scuola primaria”.
Il talento è servitor a Eugine anche a scuola dove riusciva a guadagnare qualche soldo correggendo gli scritti dei compagni di classe e scrivendo lettere d’amore su commissione. Ma la sua bravura nella scrittura fu consolidata anche da tanta lettura che lo accompagnò durante la sua adolescenza. Tra gli autori preferiti: Chinua Achebe, Wole Soyinka, Okot P’bitek, Ngugi wa Thion’go and John Ruganda.
Nel ‘drama club’ Eugene sviluppò anche il suo talento di attore. Il suo impegno e la sua passione furono ripagati quando vinse il premio di miglior attore nel 1999, durante il Festival keniano del teatro. Aveva interpretato il ruolo di Salman Rushdie, autore e critico dell’estremismo islamico.
Dopo la scuola superiore Eugine raggiunse sua madre in Italia e con se portò il suo sogno: quello di diventare attore di successo. Ma ha dovuto accantonare questo sogno in un cassetto e rimboccarsi le maniche facendo l’operaio edile. Nel frattempo ha orientato la sua vena poetica nel settore della musica scrivendo testi per canzoni. Ha fondato un gruppo musicale che si è poi sciolto e oggi fa il solista. Ha registrato un Cd (“No pain, no game”) di musica hip hop, dance e reggie. Con rime e metafore, le sue canzoni raccontano temi di attualità.
Eugine scrive anche poesie dai toni forti e dai temi importanti: l’immigrazione, i conflitti in Africa, i diamanti insanguinati del continente nero, la corruzione, il razzismo. “Ora – dice Eugine – sto scrivendo un libro sulla vita dei migranti in Italia e in Europa”. Nelle pagine già buttate giù, un albanese e un keniano si incontrano in Italia. Scoprono di avere molto in comune, nel passato e nel presente, come immigrati, come persone. “Per le cose importanti – spiega Eugine – tutti siamo uguali, nell’infanzia ci hanno emozionato le stesse cose, abbiamo avuto simili sofferenze e abbiamo molti sogni in comune: la nazionalità non fa la differenza”.
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POEM
BAMBOOZLED
By Eugine Otieno
What a sad sight to see
though it isn’t even new to me
broken dreams, promises never kept
solemn hymns, as on empty stomachs they slept
pain and despair, yet nobody cares
dozens in a room, just one bed to share
call it pursuit of happiness?
then why this feeling of nothingness?
life so hard, had to sell all they had
to discover the promised land
countless days and nights across the ocean
during which lives lost more than often
and it hurts more than salt to a deep cut, so open
you could read from their faces, like words on a page
all locked up like birds in a cage
impatiently waiting hoping not to lose focus
yet losing weight as tears also run dry like a land infested by locusts
already broken hearts set on fire
so, from their fruitless efforts they retire
waiting to be deported
back to that hell on earth, from where they departed
Eugine dedicates this poem to all those presumed illegal immigrants who lost their lives in the Mediterranean sea and/or under poor living conditions in the various detention facilities such as Lampedusa.
Traduzione:
"Raggirati"
“Che visione triste
ma per me non è nuova
sogni infranti, promesse mai mantenute
canti solenni, mentre dormono su pance vuote
dolore e disperazione, ma non interessa a nessuno
a dozzine in una stanza, un solo letto da dividere
è questa la ricerca della felicità?
e allora perché questo senso di nulla?
una vita così dura, hanno venduto tutto ciò che avevano
per scoprire la terra promessa
giorni e notti senza fine nell’oceano
tante vite perdute
e fa più male del sale su una ferita profonda
puoi leggerlo sui loro volti, come parole su una pagina
tutti chiusi come uccelli in gabbia
mentre aspettano impazienti, sperando di non perdere la concentrazione
ma perdono peso mentre le lacrime si prosciugano come una terra invasa dalle locuste
cuori già spezzati messi sul fuoco
così, si ritirano dai loro sforzi vani
aspettando di essere deportati
in quell’inferno in terra dal quale erano partiti”