Accordo sulla direttiva per punire i datori di lavoro. Ma in Italia già si rischiano multa e carcere
Roma – 4 febbraio 2009 – L’europarlamento ha dato il via libera a una direttiva che introduce sanzioni contro i datori di lavoro che impiegano cittadini extraue senza permesso di soggiorno, in parte già previste dalla legge italiana.
Stamattina è stato sottoscritto un testo di mediazione con le richieste del consiglio europeo, che contempla sanzioni finanziarie, amministrative e penali. Per il voto finale bisognerà però attendere la prossima sessione.
Le multe saranno proporzionate al numero di dipendenti irregolari. Si aggiungeranno al pagamento dei costi per il rimpatrio, della retribuzione arretrata (se era inferiore al minimo stabilito dalla legge) delle tasse e dei contributi non versati, che il lavoratore potrà riscuotere anche dal suo Paese.
Sul fronte amministrativo, è prevista per le imprese l’esclusione da appalti e sovvenzioni pubbliche. Gli stabilimenti in cui hanno lavorato degli irregolari potranno essere chiusi temporaneamente o anche definitivamente, così come si potrà arrivare alla sospensione o al ritiro delle licenze d’esercizio.
Nei casi più gravi (recidivi, impiego di più clandestini, di minori o vittime della tratta) si prevede che la violazione intenzionale del divieto di assumere clandestini sia considerato reato. Scatteranno di conseguenza anche delle sanzioni penali.
Associazioni e sindacati potranno assistere chi denuncia i propri datori di lavoro o anche presentare denunce autonomamente. Gli Stati membri sono chiamati a vigilare, prevedendo ispezioni efficaci e definendo i settori in cui si concentra l’impiego di manodopera irregolare.
Dalla direttiva non arrivano però buone notizie per i lavoratori clandestini: non verranno regolarizzati, quindi li aspetta comunque l’espulsione. Solo in “situazioni di particolare sfruttamento” gli Stati membri potranno concedere, caso per caso, permessi di durata limitata.
Conviene ricordare che la legge italiana già punisce chi occupa lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno. Il testo unico sull’immigrazione prevede per il datore di lavoro l’arresto da tre mesi a un anno e una multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato. A questo si aggiungono poi le sanzioni amministrative per la violazione degli obblighi retributivi e contributivi.
I tempi della direttiva saranno invece molto lunghi. Dopo il voto finale e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, gli Stati membri potranno applicarla dopo due anni.
EP