Roma – 4 ottobre 2012 – Non arretra l’evasione fiscale e tra i campioni delle tasse non pagate spiccano anche i lavoratori domestici, che sei volte su dieci non pagano le tasse.
È la fotografia scattata dal “III Rapporto Eures Legalità ed evasione fiscale in Italia viste dai cittadini”, che analizza 52 categorie di lavoratori, in base alle opinioni di un campione casuale di 1.225 italiani disseminati in 19 regioni, 94 province e 367 comuni. A questi è stato chiesto di giudicare, in base alla loro esperienza, chi e quanto evade.
Il risultato? “Tra il 2004 e il 2012 la propensione degli artigiani, dei liberi professionisti e dei commercianti a non rilasciare scontrini, fatture o ricevute non segna alcun passo indietro -afferma il rapporto- confermandosi l’evasione fiscale uno dei principali ostacoli al risanamento economico dell’Italia”.
“Nonostante il 2012 registri per quasi tutte le categorie osservate una flessione dei comportamenti fiscalmente illeciti rispetto al 2007, anno che presenta i valori più alti, le percentuali riscontrate si riallineano infatti a quelle del 2004, replicando l’immagine dell’evasione fiscale fissata nel decennio precedente”.
Il record dell’evasione si registra tra chi impartisce ripetizioni scolastiche, con addirittura l’89% di nero. Tra i fornitori di servizi alla persona si distinguono però anche baby sitter e badanti (63,2%), e colf (61%), però la ricerca non specifica se sono stati prese in considerazione anche i lavoratori domestici stranieri senza permesso di soggiorno, che sono “necessariamente” in nero.
Tra gli artigiani,i più evasori sarebbero giardinieri (67,3%), falegnami (62,8%) e idraulici (62%), mentre bar (17,8%), rivendite di materiali edili (17,3%) e ristoranti/pub e pizzerie (17,2%) guidano la classifica del commercio. Tra i professionisti la palma va agli avvocati (42,7%), seguiti da geometri (40,2%) e psicologi (40,0%).
Cresce, però, il giustizialismo fiscale. Sette italiani su dieci vorrebbero il carcere degli evasori, mentre c’è poca fiducia per l’azione di contrasto del governo, giudicata “inefficace” dal 63% degli intervistati.
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