A Roma scoperchiato un grande giro di contraffazione. Coinvolti cittadini egiziani e italiani
Roma – 23 settembre 2010 – Falsi certificati per millantare parentele in Italia e avere un permesso di soggiorno per motivi familiari.
È il giro scoperto dai poliziotti dell’Ufficio Immigrazione di Roma, diretto da Maurizio Improta, che ha portato alla denuncia di 88 cittadini egiziani, undici dei quali già rimpatriati, per contraffazione e uso di documenti falsi. Trenta italiani sono stati invece denunciati per i reati di favoreggiamento all’immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari e falsità ideologica.
Tutto si basava sulla vecchia normativa (superata dalla legge sulla sicurezza) che dava un permesso per motivi familiari ai parenti extracomunitari, entro il quarto grado, di cittadini italiani. In questo caso, i cittadini italiani erano egiziani che avevano ottenuto la cittadinanza per matrimonio o naturalizzazione, e il grado di parentela veniva attestato presentando certificati delle autorità egiziane falsificati.
A insospettire i poliziotti sono state alcune anomalie, come il fatto che i documenti risultavano firmati a funzionari delle strutture diplomatiche che, secondo i riscontri, risultavano invece trasferiti ad altra sede. C’erano poi irregolarità nei timbri, con imperfezioni impercettibili a occhio nudo o non corrispondenza tra quelli apposti e quelli in corso di legge.
Per coprire le indagini, che hanno richiesto tempi lunghi anche per gli accertamenti all’estero, l’Ufficio Immigrazione ha continuato a istruire le pratiche come se tutto fosse regolare. Intanto ha però scovato più di duecento certificati alterati.
EP