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Famiglia Cristiana: “Barconi respinti per fini elettorali”

"Governo punta molto sulla paura" CITTA’ DEL VATICANO – Quanto succede oggi in materia di immigrazione ”è in funzione delle imminenti elezioni europee e amministrative e del referendum del 21 giugno. La maggioranza punta molto sulla paura e sulla sicurezza”.

E’ un giudizio secco quello del settimanale cattolico Famiglia cristiana in merito alle scelte compiute dal governo sul frotne dell’immigrazione con i provvedimenti di respingimento delle imbarcazioni che tentano l’approdo alle nostre coste. Sul numero di Famiglia cristiana in edicola, l’editorialista Beppe Del Colle mette l’accento su tre aspetti della questione immigrati ”con i quali occorre confrontarsi”.

”Il primo – afferma – è quello riguardante i cinque milioni di persone di origine straniera (di cui quattro milioni sono regolari e un milione irregolari) che vivono da anni in Italia, facendone un Paese già multietnico. La politica del Governo è volta a rendere la loro esistenza sempre più difficile mediante un ‘piano sicurezza’ che colpisce in particolare i ‘clandestini’; non tenendo conto del fatto, accertato da indagini di organismi ecclesiali, che nove immigrati su dieci hanno trascorso all’inizio un periodo di clandestinità, o vi sono tornati almeno temporaneamente per la fine dei permessi di residenza”. Il secondo aspetto affrontato riguarda in particolare l’immigrazione clandestina dall’Africa, ”con le drammatiche vicende di questi giorni, con le operazioni di ‘respingimento’ dei barconi carichi di uomini, donne, bambini. Per il ministro dell’Interno si tratta di ‘una svolta storica’.

In realtà è storia vecchia. Gli africani, prima li abbiamo schiavizzati per due o tre secoli, e quelli che morivano sulle terribili galere venivano sepolti nell’Atlantico (come quelli che scompaiono adesso nel Mediterraneo); poi per oltre un secolo li abbiamo colonizzati, per portargli via materie prime che servivano alla nostra industrializzazione; adesso non li vogliamo fra di noi, punto e basta. E l’Onu, le associazioni umanitarie, la stessa Chiesa dicano quello che vogliono”. Quindi si afferma: ”Le norme internazionali sul diritto all’asilo sono carta straccia. Li rimandiamo in Libia, incuranti del fatto che Tripoli non ha mai riconosciuto la Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati; e del fatto che solo nel 2008 il 75 per cento di chi è giunto via mare in Italia ha chiesto asilo politico e che al 50 per cento di essi è stata concessa una forma di protezione internazionale. Dunque, prima di "respingerli" occorre almeno verificare questo diritto”.

Infine come ”Terzo punto” viene chiamata in causa la politica. ”Quanto succede oggi è in funzione – si legge su Famiglia cristiana – delle imminenti elezioni europee e amministrative e del referendum del 21 giugno. La maggioranza punta molto sulla paura e sulla sicurezza”.

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