Il presidente della Camera: "Se non coincide più con la terra dei padri, che cos’e’ la Patria?"
Roma – 4 maggio 2010 – Celebrare l’Unità d’Italia "proiettando lo sguardo in avanti", per riflettere su patria, cittadinanza e nuovi italiani. È la proposta di Gianfranco Fini, che oggi in un’intervista alla Stampa parla dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Quelle celebrazioni, secondo Fini, dovrebbero invece diventare il perno di una riflessione collettiva. "Perché impatta ad esempio sul tema della cittadinanza e dei nuovi italiani, questione che nel Pdl viene vista come fumo negli occhi e mi fa mettere all’indice ogni qualvolta la sollevo" spiega.
"Ma sollevarla – sottolinea il presidente della Camera – mica vuol dire perdere di vista la difesa della legalità, la lotta all’immigrazione clandestina, la gerarchia dei doveri accanto a quella dei diritti. Significa semmai accorgersi che nei nostri contingenti di pace ci sono tante ragazze e tanti ragazzi i cui genitori non sono nati in Italia. Eppure sono là a rappresentarci in divisa".
"Se la Patria non coincide più con la terra dei padri, che cos’e’ la Patria?” si chiede Fini, ritenendo che questo sia un quesito “di destra”. E sulle nuove generazioni aggiunge: “L’integrazione dei figli e dei nipoti degli immigrati presuppone l’adesione piena a valori più profondi di quelli che può cogliere un esame di lingua".