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Fini: “Cittadinanza è lealtà a istituzioni”

"Ma può essere revocata se questa viene meno" Stresa (Verbania), 26 ottobre 2009 – "L’integrazione e’ reale quando si basa su un rapporto di lealta’ tra chi arriva nella societa’ e le nostre istituzioni. Per questo non troverei nulla di bizzarro se in questo modo basato sulla lealta’ di riconoscere la cittadinanza si prevedesse anche che cosi’ come e’ concessa possa essere revocata".

Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini intervistato dal direttore della ‘Stampa’ Mario Calabresi in un convegno promosso da iniziativa Subalpinia.

"E’ vero – ha osservato Fini – che chi nasce qui o arriva qui da piccolissimo o diventa cittadino italiano non puo’ dire ‘l’Italia e’ la mia patria’ perche’ non e’ la terra dei suoi padri ma in qualche modo la puo’ amare, la puo’ sentire come la societa’ che gli garantisce delle opportunita’, dei diritti e che, ovviamente gli impone dei doveri". "Cittadinanza – ha ribadito il presidente della Camera – vuol dire lealta’. Io sono leale e quindi in qualche modo ho il diritto di diventare cittadino. Ragionando in questo modo credo sia arrivato il momento di confrontarci con l’attuale legislazione relativa alle modalita’ di acquisizione della cittadinanza".

"Oggi lo Stato la concede a coloro che hanno certi requisiti di tipo burocratico-amministrativo – ha proseguito Fini – ma io credo ci sia un modo piu’ virtuoso e intelligente, stimolare la partecipazione attiva di chi vuol diventare italiano chiedendogli non solo di esibire documenti ma far si’ che nel momento in cui giura laicamente sui valori della nostra Costituzione si impegna a rispettare quei valori, quell’etica civile che e’ alla base del sentirsi parte di una comunità".

Infine sempre a proposito di immigrazione, il presidente della Camera ha invitato ad creare una societa’ che sappia offrire coesione, per evitare che chi arriva senta la necessita’ di ritrovare le sue identita’ pregresse. "Se non si riconoscono nella nostra societa’, si rischia che sentano l’esigenza di ritrovare identita’ pregresse o addirittura ataviche. Pertanto – ha concluso – facciamo attenzione: se temiamo identita’ conflittuali con la nostra dobbiamo lavorare perche’ quelle identita’ non tornino, per questo dobbiamo offrire una societa’ in cui ci sia coesione".

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