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Fini: “I media abbiano senso di responsabilità sull’immigrazione”

"Tante volte i giornali inconsapevolmente alimentano la paura” ROMA, 19 ottobre 2009 – ”L’informazione deve avere un grande senso di responsabilità trattando del rapporto con gli stranieri”.

Lo ha affermato il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel corso del confronto con l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema durante il workshop di Farefuturo e Italianieuropei, ad Asolo.

Fini ha sostenuto che anche i media hanno la loro responsabilità nell’accendere il nervosismo nel Paese. Tante volte i giornali porgono le notizie in un modo che ”inconsapevolmente alimentano la paura”, perfino ”la xenofobia ed il razzismo”, ha tra l’altro detto.

NATALE (FNSI), CONDIVISIBILE IL RICHIAMO DI FINI
”Non si puo’ non condividere il richiamo venuto dal Presidente della Camera ad un maggiore senso di responsabilita’ dei media in materia di immigrazione. Se l’allarme sociale in materia di sicurezza e’ cresciuto ben oltre i dati reali sui crimini commessi da immigrati, e’ anche perche’ l’informazione si e’ talvolta accodata in maniera acritica a spregiudicate campagne politico-mediatiche, che speculavano sulla paura del diverso”.

Lo ha sottolineato il Presidente della Federazione nazionale della Stampa Italiana, Roberto Natale. ”Proprio perche’ consapevoli del ruolo che i media possono avere, in negativo o in positivo, sulla strada dell’integrazione, Fnsi e Ordine hanno varato la Carta di Roma – il protocollo deontologico su immigrati, rifugiati e richiedenti asilo – per promuovere un giornalismo che, nel rispetto della verita’ dei fatti, eviti notizie distorte o allarmistiche.

Nelle prossime settimane – ha spiegato – verranno presentati i risultati del primo rapporto sull’informazione in tema di immigrazione, elaborato dall’Osservatorio della Carta di Roma che e’ nato dalla collaborazione tra diverse facolta’ universitarie italiane”. ”Sara’ l’occasione – ha concluso Natale – per un confronto approfondito fra direttori di testata, rappresentanze di categoria, studiosi e istituzioni sugli orientamenti e i limiti della nostra informazione”.

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