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Fini: “No all’associazione criminalità e immigrazione”

"Pregiudizi colpa di politica e informazione". "La classe dirigente dia esempio di legalità"

Roma –  27 maggio 2010 –  Politica e informazione devono contrare "l’aberrante associazione tra criminalità e immigrazione". Così ieri a Roma il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervenuto alla presentazione del libro di Alina Harja e Guido Melis "Romeni. La minoranza decisiva per l’Italia di domani".

"Alla base dei pregiudizi che circondano oggi i romeni e in generale verso tutti gli immigrati, c’e’ innanzitutto un vuoto di memoria culturale che riguarda la politica e l’informazione, non meno che la società" ha detto Fini. Pregiudizi che, come spiega il libro, "sono il prodotto di stereotipi mediatici": da quello che vede i romeni confinati nelle mansioni colf, badanti o lavoratori edili, fino a quello di "natura decisamente xenofoba che li associa ai fatti di violenza che rimbalzano, spesso con notevole enfasi, sui giornali".

L’informazione privilegia "le vicende di efferata violenza -ha continuato il presidente della Camera- che vedono protagonisti i cittadini stranieri". L’etichetta di stupratori che "in alcuni casi e’ stato affibbiato alla comunità romena, e’ uno degli stereotipi più vergognosi partoriti da un sistema dell’informazione superficiale". "Intendiamoci -ha aggiunto Fini- si deve sempre guardare in faccia alla realtà e evitare ogni equivoco buonismo, ne’ si deve in alcun modo trascurare l’allarme per l’ordine pubblico che sale a ondate ricorrenti nelle nostre città. Il disagio esiste e non si può fare finta di non vederlo".

"Ma dalla politica e dal mondo dell’informazione devono arrivare messaggi seri e responsabili. La legalità non si afferma gridando all’untore, creando barriere o fabbricando mostri per la platea dei media. L’affermazione della legalità passa per vie ben diverse, come il ristabilimento della certezza della pena, la lotta al degrado sociale, il rilancio dell’autorità dello Stato”.

Secondo Fini, “lo stile delle classi dirigenti deve tornare a essere modello di comportamento sociale”, in altre parole al politica dovrebbe dare il buon esempio. "Ben difficilmente un Paese in cui il senso dello Stato si indebolisce, può essere percepito dalle comunità di immigrati come una terra in cui dominano la legge e la giustizia e dove sono garantite reali opportunità di crescita civile. Può anche accadere, nelle fasce più marginali, che si diffonda una rovinosa sensazione di impunità".

Allo stesso tempo, ha concluso il presidente della Camera, "viene spontaneo rilevare che se e’ ingiusto e odioso lo stereotipo che associa gli immigrati romeni alla criminalità, non meno ingiusto e odioso e’ quello che vuole gli italiani razzisti e xenofobi".

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