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Finte regolarizzazioni: 32 denunce a Reggio Emilia

Indagine dei carabinieri che ha permesso di documentare 51 assunzioni fittizie di altrettanti cittadini stranieri grazie alle quali poi i clandestini hanno ottenuto il permesso di soggiorno

Reggio Emilia, 15 aprile 2013 – Imprenditori, operai, il titolare di un centro elaborazione dati e paghe conto terzi ed anche un consulente del lavoro iscritto all'ordine: sono queste le figure emerse tra le 32 persone che i Carabinieri dell'Ispettorato del Lavoro di Reggio Emilia hanno denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale reggiano con l'accusa di concorso in falsita' ideologica in atto pubblico.

Un'illecita attivita' quella portata alla luce dalle indagini dei carabinieri dell'Ispettorato del Lavoro del Comando Provinciale di Reggio Emilia condotta dal maggio del 2010 al marzo di quest'anno e che ha permesso di documentare 51 assunzioni fittizie di altrettanti cittadini stranieri grazie alle quali poi i clandestini hanno ottenuto il permesso di soggiorno.

I registi di questa macchina organizzativa che sfornava assunzioni fantasma per regolarizzare i clandestini sono risultati essere un imprenditore cinese 50enne residente a Reggio Emilia, un 72enne cittadino italiano di Reggio Emilia amministratore di un centro elaborazione dati buste paghe della citta' che si avvaleva delle ''competenze'' di un 50enne consulente del lavoro iscritto all'ordine Provinciale reggiano.

I tre sono stati denunciati per aver in concorso tra loro ed in tempi diversi, nell'arco degli ultimi due anni, formato contratti di soggiorno, cedolini paga documenti attestanti rapporti di lavoro di fatto inesistenti ed attestato falsamente al Centro per l'Impiego, all'Inps ed al'Inail l'assunzione di oltre 50 lavoratori tutti di nazionalita' cinese, al fine di consentire la regolarizzazione degli stessi, tutti clandestini, nel territorio italiano.

Nell'ambito dello stesso contesto investigativo sono stati denunciati 29 cittadini cinesi, tutti residenti a Reggio Emilia ed aventi un eta' compresa tra i 20 ed i 42 anni per aver in concorso con i tre ''registi'' del illecito business presentato domande di rinnovo del permesso di soggiorno dichiarando falsamente di essere stati assunti come lavoratori con contratto a tempo indeterminato preso l'azienda del loro connazionale.

Gli attuali risultati investigativi rappresenterebbero un primo step laddove le 51 assunzioni fittizie con conseguenti ''regolarizzazioni'' di clandestini cinesi sinora scoperti potrebbero essere la punta di un iceberg di un fenomeno di ben piu' ampia portata e che non si elcude potrebbe interessare anche altre comunita' straniere.

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