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Firenze, appello delle organizzazioni per ridurre i tempi di attesa per i permessi di soggiorno

Roma, 8 marzo 2024 – Un coro di voci si alza a Firenze, dove 21 organizzazioni impegnate nella tutela dei diritti dei migranti hanno indirizzato una lunga lettera al questore della città, sottolineando l’urgenza di ridurre drasticamente i tempi di attesa per la consegna del permesso di soggiorno. Una delle richieste principali emerse da questo appello è stata quella di fronteggiare l’attuale situazione in cui i primi appuntamenti vengono fissati addirittura per settembre 2025.

Permesso di soggiorno, cosa chiedono le organizzazioni

Le organizzazioni coinvolte, che operano in vari ambiti, dalla protezione dei minori non accompagnati fino all’assistenza ai richiedenti asilo e agli stranieri residenti nel territorio fiorentino da anni, hanno evidenziato le difficoltà quotidiane che i cittadini stranieri affrontano presso l’Ufficio Immigrazione della questura. Tra appuntamenti fissati con oltre due anni di attesa e tempi di trattazione delle istanze di rilascio e rinnovo dei titoli di permesso di soggiorno che superano i termini previsti dalla normativa, le criticità sono molteplici.

L’introduzione di strumenti di prenotazione online, come i portali cupa-project.it e prenotafacile.it, non ha risolto i problemi, ma ha anzi generato ulteriori disagi. La procedura telematica per ottenere un appuntamento risulta estremamente difficoltosa. E, quando si riesce ad accedere al servizio, gli appuntamenti vengono fissati a distanza di settimane o addirittura mesi. Inoltre, spesso gli utenti vengono invitati a prendere un nuovo appuntamento per integrazioni richieste nella documentazione. Questo anche senza che venga rilasciata alcuna ricevuta che documenti la pendenza del procedimento. Pure la presentazione della domanda di protezione internazionale ha delle criticità. Gli appuntamenti per la redazione del Modello C3 che superano un anno, violando, di fatto, la normativa che prevede l’immediatezza della ricezione della domanda.

Le organizzazioni firmatarie, poi, hanno evidenziato la difficoltà di comunicazione dovuta all’assunzione da parte dell’Ufficio Immigrazione di una pluralità di indirizzi Pec. Le comunicazioni, infatti, rimangono spesso prive di riscontro, generando confusione tra gli utenti e gli operatori.

La richiesta di riduzione dei tempi per i permessi di soggiorno non riguarda solo una questione burocratica. Ha, infatti, anche profonde implicazioni sulle condizioni di vita e l’accesso ai diritti civili e sociali dei cittadini stranieri. Inoltre, una soluzione a questa problematica agevolerebbe l’inserimento nei percorsi di inclusione. In più, favorirebbe il completamento di tali percorsi, riducendo i rischi di sfruttamento lavorativo e altre gravi conseguenze. Le organizzazioni firmatarie dell’appello, che gestiscono anche sportelli legali per cittadini stranieri, quindi, hanno espresso la volontà di un confronto costruttivo con gli uffici della questura. L’obiettivo, infatti, è quello di migliorare le modalità e la qualità del lavoro, con benefici diretti per l’utenza.

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