Dodici operai sorpresi in un capannone. Sfruttati da una connazionale per cucire vestiti e accessori
Firenze – 20 agosto 2008 – Anche quattordici ore di fatica al giorno, sei o anche sette giorni alla settimana, per di mettersi in tasca uno stipendio mensile tra i duecento ai seicento euro.
Questa la condizione di dodici cittadini cinesi, a giudicare dalle prime testimonianze, sorpresi lunedì dai Carabinieri a Montelupo Fiorentino in un capannone industriale. Qui uomini e donne, giovani e anziani, con turni massacranti alle macchina da cucine confezionavano capi in pelle e stoffa per una connazionale, D.A., arrestata per sfruttamento della manodopera clandestina.
Come spesso accade in questi casi, alla vista dei militari i dodici hanno provato a fuggire, ma sono stati fermati e identificati. Per sei di loro, privi di permesso di soggiorno, sono scattate le procedure di espulsione, altri due sono stati arrestati perché non avevano obbedito a vecchi fogli di via.
È probabile che il lavoratori passassero nel capannone giorno e notte. I carabinieri hanno infatti trovato nel capannone un locale utilizzato come cucina, col pavimento sporco e maleodorante, due bagni in condizioni igieniche precarie e otto stanzini con pareti di cartongesso, utilizzati per dormire, con all’interno personal computer e televisori.
D.A, la loro datrice di lavoro, è un’imprenditrice cinese 35enne, titolare di una ditta di pelletteria, che vive da anni a Fucecchio e ha in tasca un regolare permesso di soggiorno.
EP