Roma, 13 aprile 2012 – ''Una norma passata sotto silenzio contenuta nelle pieghe del Decreto 'Salva Italia' nasconde una stangata, retroattiva, che secondo nostre stime riguarderebbe oltre 600 mila lavoratori stranieri che vivono e risiedono in Italia e che possiedono un immobile nel Paese di origine. La stima è stata fatta attraverso interviste a campione realizzate nei nostri centri immigrati sull'utilizzo dei soldi inviati presso il loro Paese''.
E' quanto afferma in una nota Gugliemo Loy, Segretario confederale della Uil.
''Con il Decreto (art.19), viene introdotta, dal 2011, l'imposta ordinaria sul valore degli immobili, a qualsiasi uso destinati, detenuti all'estero dalle persone fisiche residenti in Italia – continua Loy -. L'aliquota d'imposta e' pari al 7,6 per mille della base imponibile, consistente nel valore degli immobili risultante dall'atto di acquisto degli stessi o dai contratti. In mancanza, la base imponibile si desume dal valore di mercato rilevabile nel luogo in cui e' situato l'immobile medesimo. Al di la degli aspetti 'tecnici' relativi all'applicazione della norma, crediamo che, nella 'ratio' del Legislatore si volessero colpire i grandi patrimoni detenuti all'estero. Purtroppo, come al solito, non si e' tenuto conto che questa norma colpisce migliaia di lavoratori stranieri che per necessità hanno abbandonato il loro Paese''.
''Occorre fare chiarezza e dare certezze su questo punto e, quindi, richiamiamo il Parlamento al 'buon senso', affinche' tra gli emendamenti, presentati in questi giorni, per correggere l'applicazione dell'Imu si trovino soluzioni immediate volte ad eliminare questa ingiustizia e si faccia un passo indietro seguendo la strada maestra dell'equità", conclude Loy.