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Fli: “Cittadinanza ai figli degli immigrati”

Una risposta al “suicidio demografico”. “Nuovi italiani più patrioti dei vecchi”

Roma – 28 dicembre 2010 – Bisogna aprire una riflessione sui figli degli immigrati, “nuovi italiani” che sentono l’Italia come un patria, anche più dei “vecchi italiani”. È la posizione di Fututo e Libertà per l’Itlia, il movimento politico guidato da Gianfranco Fini.

Ne parlano oggi, in una lettera aperta al Corriere della Sera, Antonio Buonfiglio, Roberto Menia, Andrea Ronchi, Pasquale Viespoli, Roberto Rosso, Daniele Toto, Giuseppe Scalia e Angelo Pollina. Lo spunto è un monito del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a proposito del “lento suicidio demografico” a cui sta andando incontro l’Italia.

“Un’emergenza –  scrivono gli esponenti di Fli – che richiede innanzitutto politiche per la natalità e la famiglia”. Che però  “non può prescindere dal misurarsi con il tema della cittadinanza ai figli degli immigrati nati sul suolo italiano”.

“Una scelta di buon senso  per i nuovi italiani – scrivono Buonfiglio e gli altri – capaci di sentire davvero l’Italia come la propria patria e di vivere fino in fondo l’orgoglio della loro appartenenza, come da tempo non sanno più fare i vecchi italiani”. Questi ultimi sarebbero infatti “vittime di movimenti e culture che evocano i valori cattolici e praticano l’egoismo e la discriminazione”.

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