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Flussi 2008: solo domestici e Paesi riservatari

L’ultimo accordo chiude a 150mila ingressi. Datori stranieri solo con la carta di soggiorno

Roma  – 2 dicembre 2008 – Centocinquemila quote per colf e badanti, quarantacinquemila per lavoratori di tutti i settori che arrivano da Paesi che hanno accordi con l’Italia. Nessuna per lavoratori non domestici di altri Paesi.
Salvo altri colpi di scena, si chiuderà così il decreto flussi 2008. Con 150mila quote da assegnare a domande già presentate entro il 31 maggio scorso, ventimila in meno rispetto ai flussi 2007 e alle ipotesi circolate finora.

Alla fine si è deciso di dare la precedenza ai lavoratori domestici (che avevano collezionato la metà delle domande presentate lo scorso anno) e di non venire meno agli impegni con i Paesi che hanno accordi di riammissione dei clandestini (Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Srilanka e Tunisia). Senza alcuna ulteriore concessione.

Questi numeri sono usciti da quello che dovrebbe essere l’ultimo tavolo tecnico dei flussi prima della firma del presidente del consiglio. Finchè il testo non sarà approvato, vanno comunque presi con cautela.

È confermato anche l’argine alle assunzioni da parte di datori stranieri. Verranno ripescate solo le domande presentate da chi ha un permesso per soggiornante di lungo periodo (il nuovo nome della “carta di soggiorno”), ed è quindi in Italia regolarmente d almeno cinque anni.

Intanto ieri, intervenendo a Pordenone a  un incontro dell’ Api Industria provinciale, il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ha confermato che il Governo punta a una gestione separata per l’ingresso di lavoratori stranieri con professionalità "alte":
“Queste domande – ha detto Sacconi – risultavano molto inferiori alle quote ma le pratiche rimanevano immerse nel volume complessivo delle domande di permesso”. In futuro, quindi, “avranno quindi – ha sottolineato – un percorso e una modulistica separate”.

Per quanto riguarda le professionalità non alte, invece, “c’é una stretta sugli ingressi”. “Solo così – sostiene il ministro del Lavoro – daremo maggiori opportunità a quegli immigrati che perdono a causa della crisi un lavoro e non li metteremo in competizione – ha concluso – con altri nuovi ingressi”.

Elvio Pasca

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