I lavoratori stranieri saranno utilizzati per smantellare ciò che resta dell’esposizione universale. E una volta finito, dovranno tornare a casa
Roma – 8 febbraio 2016 – “È consentito l’ingresso in Italia di 100 lavoratori cittadini dei Paesi non comunitari che hanno partecipato all’Esposizione Universale di Milano 2015”.
Sono due righe del decreto flussi 2016, che nella penuria di ingressi per lavoratori stranieri autorizzati dal governo rischiano comunque di far sperare invano molte persone. Prima di farsi false illusioni, conviene però capire bene chi davvero potrà arrivare in Italia grazie a quella quota.
Un’interpretazione letterale (ma sbagliata perché incompleta) potrebbe far credere che le porte sono aperte a chiunque sia cittadino di uno dei Paesi partecipanti all’esposizione, al di là di quello che poi a fare verrà. Una platea vastissima, visto che all’Expo c’erano 150 Paesi, dall’Afghanistan, per andare in ordine alfabetico, fino allo Zimbabwe.
In realtà, quei 100 ingressi serviranno solo a Expo 2015, o, meglio, a ciò che ne rimane. È chiarito dalle premesse del decreto flussi 2016, dove si sottolinea “l’esigenza di prevedere una quota di ingresso in Italia, nell’anno 2016, di lavoratori cittadini dei Paesi non comunitari che hanno partecipato all’Esposizione Universale di Milano del 2015 che gli stessi Paesi ritenessero di utilizzare per le attività di smantellamento dei rispettivi padiglioni espositivi”.
Le domande d’assunzione , quindi, potranno essere presentate solo dalle aziende (italiane o straniere) che stanno smontando le strutture che hanno incantato nei mesi scorsi milioni di visitatori. Queste sono aziende accreditare con EXPO 2015 e hanno particolari credenziali di accesso a una sezione del sito internet del ministero dell’Interno dedicata proprio a quel tipo di ingressi.
Quei 100 andranno a Milano, smantelleranno i padiglioni e dovranno tornare a casa. Il loro permesso di soggiorno, si legge infatti nelle Linee Guida per Expo 2015 preparate dai ministeri dell’Interno, del Lavoro e degli Esteri, “è strettamente correlato alla partecipazione all’evento e, pertanto, non può essere generalmente rinnovato o convertito e, alla sua scadenza, la persona straniera è tenuta a lasciare il territorio nazionale”.
EP
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