I rappresentanti delle famiglie: "Atto dovuto, dopo i problemi del clic day". "Negli uffici, organici sottodimensionati" Roma – 3 ottobre 2008 – “Serve un ripescaggio di tutte le domande rimaste fuori dai flussi 2007. Questo non per buonismo verso gli esclusi, ma per sanare la posizione irregolare in cui si trova il ministero dell’Interno: i datori di lavoro che si sono rivolti ad associazioni e sindacati sono stati penalizzati”.
Teresa Benvenuto parla a nome di migliaia di famiglie deluse dall’ultimo clic day. Come segretario nazionale dall’associazione dei datori di lavoro domestico Assindatcolf, quel 15 dicembre era in prima linea, e non ha dubbi che qualcosa non ha funzionato. “Abbiamo cliccato alle 8 in punto, per veder arrivare le prime risposte solo alle 14.00, il blocco quindi c’è stato. Ci avevano garantito che l’invio cumulativo non avrebbe danneggiato i datori di lavoro. Non è stato così e bisogna rimediare” spiega a Stranieriinitalia.it.
A questo punto, un nuovo decreto che riconsideri le vecchie domande sembra la soluzione più adatta. “Permetterebbe di evadere tutte le domande del 2007, che finora sono state esaminate solo in parte. Eviterebbe che gli stessi datori di lavoro presentino delle domande fotocopia e non farebbe arrivare un’altra valanga di pratiche in uffici a corto di personale che sono già in seria difficoltà” chiarisce pragmaticamente Benvenuto.
Un decreto con queste caratteristiche sembra ormai qualcosa in più di una semplice ipotesi (“Dal ministero arrivano ufficiosamente segnali che si sta già lavorando in questa direzione” ammette Benvenuto) e comunque Assindatcolf non condanna in toto il sistema dei clic day.
“L’idea di base è valida, ma va perfezionata la procedura per non incappare negli errori dello scorso anno” dice il segretario nazionale. “Poi bisogna lavorare sulla gestione delle domande. Era stata enfatizzata la velocità del sistema telematico e noi ci avevamo creduto, perché eliminando il cartaceo i dati sarebbero stati subito disponibili. Ma qualcosa si è inceppato, gli organici negli uffici, evidentemente, sono ancora sottodimensionati”
Intanto, centinaia di migliaia di famiglie sono preoccupate perché il nulla osta non arriva, e non si può negare che questa situazione non riduce l’incidenza del sommerso nel lavoro domestico, che è altissima.
“Molti nemmeno capiscono che con la colf c’è un rapporto di lavoro a tutti gli effetti. Ma per gli stranieri pesa anche moltissimo la situazione di irregolarità che non permette l’assunzione” commenta Benvenuto. “Se poi consideriamo che tra la domanda dei flussi e la firma del contratto passa in genere un anno, è chiaro che il sistema così com’è non risponde alle esigenze di famiglie e lavoratori”.
Elvio Pasca