Zaia:" Se non possiamo accogliere gli immigrati con dignità, meglio che restino a casa loro"
Roma – 12 gennaio 2011 – "Stupisce leggere che il decreto flussi, recentemente emanato dal governo, sia insufficiente dal punto di vista numerico. Centomila nuovi ingressi in Italia sono un numero considerevole, anche alla luce dei dati delle persone attualmente occupate".
Lo sottolinea Isabella Bertolini, deputata del Pdl che aggiunge "Visto che tra coloro che non hanno un lavoro, uno su quattro è straniero, voler aumentare questa condizione non è per niente auspicabile e non è utile al nostro Paese. In un momento di crisi economica mondiale, che ha colpito anche l’Italia, il nostro tessuto economico e sociale è in difficoltà nel riuscire ad assorbire nuova manodopera.
Sull’argomento è intervenuto anche Luca Zaia che ha anche commentato forti dichiarazioni di don Dino Pisolato, direttore della Caritas di Venezia, che aveva espresso, nei giorni scorsi,l a propria contrarietà al nuovo decreto flussi, preferendo una sanatoria per chi è già in Italia.
Il governatore del Veneto ha confermato la propensione della sua regione all’ospitalità verso gli immigrati ma “entro i giusti limiti” ed ha anche dichiarato di condividere le strategie di solidarietà e del volontariato a favore degli immigrati da parte della Caritas.
Secondo il governatore leghista occorre però contestualizzare la soluzione relativamente alla regione Veneto dove come in ogni altra società – sottolinea Zaia – “c’e’ un punto di equilibrio che non deve essere oltrepassato. Oltre un certo limite – prosegue l’ex ministro – la pressione degli immigrati favorisce problemi non più affrontabili dalla sola società, come quello del lavoro, della scolarità e dell’ospitalità”.
Per Zaia la questione sollevata da Don Dino Pisolato è molto delicata perché “Dietro all’accoglienza ci deve essere sempre la salvaguardia della vita. E’ inutile – prosegue- aprire le porte agli immigrati per poi vederli abbandonati nei casolari. Se non abbiamo modo di trattarli da persone con dignità è meglio che restino a casa loro”.
Marco Iorio
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