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Flussi. Cancellieri: “Nuovi ingressi per lavoro? Non c’è richiesta”

Il ministro dell’Interno alla commissione diritti umani: “Situazione occupazionale drammatica. Sì a stagionali solo perché saranno assorbiti”.  “Entro l’anno chiuderemo emergenza immigrazione dal Nordafrica”

 

Roma – 17 maggio 2012  -”Stiamo valutando con il ministro del Lavoro se aprire un nuovo decreto flussi, ma la situazione occupazionale del paese e’ drammatica e le richieste di lavoratori sono quasi nulle. Abbiamo invece fatto il decreto sugli stagionali perchè eravamo sicuri che il mercato li assorbisse”.

Così ieri il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, nel corso di un’audizione alla Commissione Diritti umani del Senato ha spiegato perché il governo quest’anno non ha emanato un decreto flussi per lavoratori non stagionali.

Il resto dell’ audizione è stato dedicato al contrasto dell’immirgazoe clandestina e all’amergenza sbarchi dal nord africa. Nel corso del 2012, ha spiegato il ministro, il flusso migratorio dalla Libia e dalla Tunisia si è ridotto notevolmente rispetto al 2011: 1.056 sono stati gli immigrati arrivati in Italia durante 23 operazioni di sbarco. “Il livello di attenzione del Governo resta comunque sempre alto ed è costante l’impegno volto alla ricerca di strumenti efficaci di contrasto all’immigrazione illegale”.

Quello dei migranti tunisini di cui è stata denunciata la scomparsa, ha proseguito Cancellieri, è un “caso di altissimo significato sul piano umano, che non ha visto certamente indifferenti le autorità italiane, le quali, anzi, hanno avuto immediati e intensi contatti con rappresentanti diplomatici della Tunisia per le iniziative destinate al rintraccio”.  Tuttavia, ha aggiunto,”su 142 persone segnalate solo 8 sono state oggetto di riscontro da parte della Polizia italiana, e, tra queste, solo una risulta effettivamente transitata nel nostro Paese dopo la crisi politica nordafricana. Per le altre 7, infatti, gli approfondimenti hanno consentito di accertare che il loro passaggio in Italia risaliva ad epoca assai precedente alla presunta partenza dalla Tunisia”.

Per quanto riguarda le attività di rimpatrio, il ministro ha sottolineato come la Polizia di frontiera abbia sempre svolto il proprio operato “con molto scrupolo e con correttezza, nel rispetto delle regole anche internazionali di condotta, eseguendo, dall’aprile 2011 allo stesso mese del 2012, 22.643 allontanamenti dal territorio nazionale”.  “Questo particolare impegno – ha osservato la titolare del Viminale con riferimento al caso di due migranti fotografati su un aereo con nastro adesivo sulla bocca – non può essere offuscato da quanto è accaduto in un’isolata circostanza che ha riguardato due cittadini algerini, laddove la mancata attenzione verso la dignità della persona è stata, del resto, da me stessa riconosciuta in un recente intervento parlamentare”.

Quanto alla decisione se mantenere lo stato di Lampedusa ‘porto non sicuro’ per lo sbarco di migranti, Cancellieri ha precisato che la risposta arriverà entro maggio, ”quando avremo un’idea precisa su disponibilità e strutture», spiegando che «a giorni ci sarà un nuovo sopralluogo sull’isola”.

“C’è la volontà – ha poi annunciato il ministro – di chiudere l’emergenza immigrazione entro fine anno col massimo rispetto dei diritti delle persone” “Lo Stato – ha aggiunto – non può continuare a farsi carico di questa situazione, vista anche la crisi economica». A questo proposito, ha proseguito, «è in corso un dialogo con le regioni. Entro la fine del mese faremo il punto della situazione, verificheremo quanti migranti hanno avuto il permesso umanitario, a che punto siamo con le commissioni ed i ricorsi, in modo da avere un piano per fronteggiare la situazione fino a fine anno, quando si concluderà l’emergenza”.

“La collaborazione con le autorità libiche – ha infine ricordato la responsabile del Viminale – si inserisce in un contesto che privilegia, come per la Tunisia, l’approccio preventivo al fenomeno, in un’ottica di rafforzamento delle capacità delle Forze di polizia locali nella lotta alle organizzazioni criminali e di migliore gestione sul territorio della popolazione migrante”. Anche i pattugliamenti in mare, “che pure hanno costituito in passato un utile deterrente per gli arrivi indiscriminati, rappresentano un dispositivo cui ricorrere se necessario”.

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