Roma, 7 maggio 2012 – Disegno di legge presentato a palazzo Madama da 68 parlamentari di Pd, Pdl e Udc. Massimo Livi Bacc: “Serve visione sul lungo periodo”
Un’ agenzia composta da cinque esperti designati dal presidente del Consiglio, con il compito di fissare con cadenza triennale le quote di ingresso degli immigrati nel nostro Paese.
E’ quanto prevede un disegno di legge presentato a palazzo Madama da 68 parlamentari di Pd, Pdl e Udc, che vede come primo firmatario il senatore del Pd Massimo Livi Bacci. Una programmazione pluriennale, spiega l’esponente del centrosinistra, per poter gestire nel medio periodo i flussi di entrata, ma anche per “depotenziare la carica partigiana che il dibattito sull’immigrazione ha assunto negli ultimi anni, riportando in primo piano l’interesse del Paese”.
Tra i compiti dell’Agenzia e’ prioritaria l’elaborazione del Documento programmatico pluriennale, aggiornato annualmente, da presentare a governo e Parlamento per le deliberazioni in materia di immigrazione. Il Documento indica i tetti numerici degli ingressi, i profili degli immigrati, le priorita’ di ammissione, in collaborazione con le articolazioni dello Stato che si occupano di immigrazione. All’Agenzia anche il compito di indicare princi’pi e i criteri di lavoro, basati sulle analisi demografiche, economiche, sociali e sull’utilizzo degli indicatori disponibili.
I componenti dell’Agenzia, secondo la proposta del Pd, durano in carica quattro anni e non possono essere confermati per piu’ di una volta. Per tutta la durata dell’incarico, non possono esercitare, direttamente o indirettamente, nessuna attivita’ professionale o di consulenza, essere amministratori o dipendenti di soggetti pubblici o privati, ne’ ricoprire cariche elettive o governative o altri uffici pubblici di qualsiasi natura, ne’ ricoprire incarichi per conto di un’associazione o di un partito o movimento politico. I dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono collocati fuori ruolo per l’intera durata dell’incarico.
“Molti immigrati, oggi la maggioranza, pur non accedendo alla cittadinanza -sottolinea Livi Bacci- restano a lungo nel nostro Paese; hanno legami familiari, hanno figli che crescono in Italia, sono titolari di diritti, a loro fanno capo rapporti economici e di lavoro. Sono parte costitutiva, percio’, della societa’ italiana, anche se non ne hanno la cittadinanza”.
Per questo, rileva l’esponente del Pd, le decisioni sull’immigrazione, devono essere basate “su una visione ampia del fenomeno, orientata al lungo periodo, sottratta all’esclusiva considerazione delle necessita’ e delle opportunita’ contingenti, guardando alla compatibilita’ tra richieste del mercato del lavoro, orientamenti macroeconomici e capacita’ d’integrazione”. I fondi necessari al lavoro dell’Agenzia sono quantificati, nella proposta, in 10 milioni di euro l’anno.