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Flussi. Il Pd: “L’Italia ha bisogno di lavoratori immigrati”

Touadi e Pacciotti: "Non fanno concorrenza agli italiani". "Affinare i criteri di assegnazione"

Roma  – 13 gennaio 2010 – L’Italia ha ancora bisogno di lavoratori immigrati e non si possono fermare i flussi perché lo chiede questa o quella Regione.

Così Jean-Leonard Touadi, deputato del PD e Marco Pacciotti, coordinatore del Forum Nazionale Immigrazione del partito, entrano nel dibattito sui flussi aperto qualche giorno fa dalle dichiarazioni del direttore della Caritas veneziana. "A proposito dell’opportunità di un nuovo decreto flussi, bisogna rilevare che nella normativa italiana sull’immigrazione non esiste la determinazione dei flussi su base regionale” scrivono.

"La programmazione dei flussi e la distribuzione delle quote – proseguono  – rispondono all’esigenza di fare corrispondere domanda e offerta di lavoro, tenendo conto del fatto ormai assodato che il lavoro degli immigrati è complementare e non concorrenziale rispetto a quello italiano. È quindi possibile – in tempi di crisi conclamata – che alcuni settori come quello manifatturiero esprimano esigenze minori rispetto ad altri come quello turistico, agricolo o del commercio la cui richiesta è in costante crescita. In ogni caso, è la conferenza Stato- Regioni la sede in cui si devono esprimere i fabbisogni territoriali”.

“Bisogna sottolineare – a proposito di fabbisogno- che le associazioni imprenditoriali -comprese quelle venete- seguitano a giudicare inadeguati non solo i flussi decretati ma tutte le procedure per la regolarizzazione dei lavoratori con la chiamata diretta dall’estero” continuano Touadi e Pacciotti.  "Il problema semmai e’ quello di affinare ulteriormente i criteri di assegnazione delle quote e di alleggerire le procedure per avvicinare maggiormente offerta e domanda di lavoro con meccanismi come quello dello sponsor.

“È necessario tuttavia tenere alta l’attenzione sociale rispetto al mondo degli immigrati precari per i quali devono poter funzionare tutti gli strumenti di tutela previsti dalla normativa e, come richiesto dal PD, si deve prevedere un prolungamento dei termini di scadenza del permesso di soggiorno di almeno due anni per la ricerca di un altro impiego nel caso in cui si sia perso. Non può e non deve quindi passare il messaggio, smentito tra l’altro da tutti gli studi di settore, di scenari secondo cui l’Italia non avrebbe più bisogno di lavoratori immigrati fino al punto di sospendere la programmazione dei flussi, come auspicato in questi ultimi giorni", concludono Touadi e Pacciotti.

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