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Flussi: limiti per i datori di lavoro extraue?

L’ipotesi è sul tavolo, ma non è ancora passata. Domani nuova riunione tecnica

Roma – 5 novembre 2008 – Sul decreto flussi 2008 ci sono anticipazioni date ormai per certe: 170mila ingressi, da assegnare in base alle domande già presentate; altre molto probabili: la maggior parte andranno a colf, badanti e a chi arriva da Paesi che hanno accordi con l’Italia; infine alcune possibili, ma non scontate:  limitazioni per i datori di lavoro extracomunitari.

I 170mila ingressi sono “obbligati”. In mancanza di una programmazione triennale non si possono superare le quote dell’anno precedente,  e autorizzarne di meno, vista la richiesta, sarebbe un’idiozia. Il buon senso ha sventato poi la terrificante ipotesi di un nuovo clic day, che avrebbe caricato gli uffici di centinaia di migliaia di doppioni  e costretto i datori di lavoro a un’altra isterica corsa alle quote.

Il capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale, Mario Morcone, oggi ha confermato questo orientamento nel corso di un audizione di fronte al  Comitato Parlamentare Schengen ed è anche entrato maggiormente nel dettaglio delle quote.

Il ministero del lavoro, ha anticipato il prefetto, alla luce della situazione economico finanziaria globale, orienterebbe i nuovi ingressi prevalentemente sul lavoro domestico, meno verso gli altri settori. Vuole puntare inoltre sulle cosiddette quote privilegiate, concesse a quei Paesi che hanno accordi bilaterali anche per il rimpatrio dei clandestini.

Una scelta che appare in linea con la corsa alle quote 2007, dove hanno giocato la parte del leone proprio  i lavoratori domestici e molte delle nazionalità che avevano quote riservate. La proposta del ministero del lavoro, al di là delle considerazioni macroeconomiche,  permetterebbe quindi di assorbire più efficacemente le richieste che sono già nella vecchia graduatoria.

C’è infine il capitolo datori di lavoro stranieri.

Pochi credono che dietro le tantissime domande d’assunzione presentate da cittadini extraue ci siano davvero immigrati alla disperata ricerca di una colf o una badante.  Sono tentativi di regolarizzazione o ricongiungimento familiare troppo palesi per non far storcere il naso a un governo che non osa pronunciare la parola sanatoria.

Ecco allora l’idea di un filtro, nel decreto 2008 si potrebbe scrivere che saranno accettate solo le domande di chi è qui da un certo numero di anni (tre? cinque?). Ma la questione rimane spinosa, perché un limite di questo tipo potrebbe essere discriminatorio e, a detta di qualche giurista, presterebbe il fianco ai ricorsi degli esclusi.

Domani la questione sarà sul tavolo dell’ennesima riunione tecnica tra gli esperti dei ministeri del Lavoro e dell’Interno, al quale parteciperà anche un rappresentante della Presidenza del Consiglio. I “tecnici” stanno cercando di affrettare i tempi e proporre soluzioni ragionevoli, ma l’ultima parola, come sempre, spetta al governo.

Elvio Pasca

 

 

 

 

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