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Flussi. Maroni: “Basta limiti numerici, entra chi ha un contratto”

Il ministro dell’Interno: “Non ci siamo ancora arrivati, ma ci riusciremo”. “Imprese e associazioni selezionino all’estero”

Roma – 6 giugno 2011 – Superare le quote del decreto flussi. ”Togliere i limiti numerici” per gli immigrati che vogliono entrare in Italia disponendo già di un contratto di lavoro.

È quanto auspica il ministro dell’interno Roberto Maroni, intervenuto venerdì scorso al Festival dell’economia di Trento. “Non ci siamo ancora arrivati, ma ci riusciremo” ha spiegato Maroni, sottolineando che legare l’ingresso al contratto di lavoro “è un principio assolutamente corretto e fondamentale per regolare gli ingressi”.

Anche il Piano per l’Integrazione, del resto, prevede un progressivo superamento delle quote. Soprattutto attraverso la formazione e selezione nei Paesi d’Origine, un canale ancora poco sviluppato. Il ministro del’Interno ha invitato le imprese e le associazioni imprenditoriali ad utilizzare maggiormente questa opportunità, già prevista dal testo unico sull’immigrazione.

“In Europa – ha aggiunto il Maroni – manca un modello unico sia per la regolamentazione sia per il contrasto all’immigrazione irregolare. Il modello italiano è quello più  vicino al modello unico europeo che dovrebbe essere raggiunto, perchè vista la forte autonomia che i 27 Paesi hanno mantenuto in tema di immigrazione, la Commissione Ue si trova in una situazione di debolezza”.

Il ministro ha ribadito che “quello dell’immigrazione è un tema complesso che va affrontato in maniera articolata perchè esistono diversi tipi di immigrati: regolari, irregolari, i cosiddetti economici e i rifugiati o richiedenti asilo”.

Sul tema dell’asilo, secondo Maroni “l’Europa si sta muovendo con fatica e lentezza, ha proseguito, ma verso una direzione giusta, verso la questione della concessione dell’asilo. L’Italia sostiene il sistema comune di asilo, previsto nel programma sulla sicurezza europea di Stoccolma, che include interventi a livello comunitario e di condivisione degli Stati membri”.

Parlando della recente crisi del Nord Africa, Maroni ha sottolineato che l’interesse dell’Italia e dell’Ue è che i “cervelli” restino nei propri Paesi perchè sottrarre risorse umane non è la strada giusta. “La priorità dell’Italia e dell’Europa – ha aggiunto Maroni – è favorire la permanenza dei cervelli lì, per innescare un processo di sviluppo economico, favorendo l’equilibrio di quei paesi”.

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