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Flussi stagionali. Partenza col tilt, il Viminale: “Stiamo verificando”

Molti datori di lavoro hanno spedito le domande di assunzione in ritardo perché non le trovavano più nel sistema informatico. Il ministero dell’Interno nega “problemi tecnici”, poi però ammette che ci sono stati “rallentamenti”. Il precedente del 2007

 

Roma – 27 aprile 2012 – Non è partita per tutti allo stesso momento, a causa di quello che sembra un problema tecnico del sistema informatico del ministero dell’interno, la corsa alle assunzioni dei trentacinquemila lavoratori stagionali extracomunitari autorizzati a venire in Italia dall’ultimo decreto flussi.

Alle 8.00 di venerdì scorso, quando è scattato l’invio via internet, molti aspiranti datori di lavoro che avevano già preparato e salvato le domande sul sito del Viminale non le hanno più trovate. Sono riapparse solo nel corso della mattinata, quando è stato finalmente possibile spedirle.

Andrea Filacaro ci segnala via Facebook “grossi problemi” e dice di sentirsi “truffato”. “A me – racconta  – le domande sono miracolosamente riapparse nel sistema sono alle 10.25…”. È andata meglio a Renata Melas, un’altra lettrice: “Il sistema è andato in tilt, ha resettato i dati che avevamo salvato, ma si sono potute inviare le domande dopo circa 20 minuti passate le otto” scrive.

“A me la domanda è riapparsa solo alle 9.57 e poi me l’ha fatta inviare subito. Come mai queste domande sono sparite dai sistemi?” chiede Giovanni Conti. Sembra invece che non ci siano stati problemi per gli invii di massa da parte delle associazioni di categoria: “Avevamo un centinaio di richieste e le abbiamo spedite alle otto in punto, nel giro di un paio di minuti sono arrivate tutte” ci conferma Laura Galvani, di Confagricoltura Verona.

Ieri Stranieriinitalia.it ha chiesto lumi al ministero dell’Interno. Ci hanno risposto oggi con una mail: “A fine mattinata del 20 aprile – scrivono- erano già pervenute n. 32169 domande; pertanto non si sono verificati problemi tecnici nella trasmissione delle istanze”. Subito dopo però ammettono che “a fronte dell’invio massivo, avvenuto nella prima ora di accesso al sistema, si è riscontrato un rallentamento nella ricezione delle istanze che potrebbe aver coinvolto un numero limitato di utenti”.

“L’ufficio tecnico del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione – conclude il ministero – sta procedendo alle opportune verifiche”.

C’è però una discrepanza tra la versione del Viminale e quella dei datori di lavoro che ci hanno contattato. Il ministero dell’interno ammette solo ritardi nella ricezione, giustificabili con un ingorgo di invii, mentre i nostri lettori dicono che le domande salvate nel sistema informatico erano sparite, quindi non potevano proprio essere inviate. È auspicabile che le verifiche del DLCI si concentrino su questo aspetto.

Considerando che per ora i problemi segnalati dai lettori riguardano solo le prime ore della mattinata del 20 aprile, il fatto che a fine mattinata “erano già pervenute n. 32169 domande” dovrebbe in parte tranquillizzarli. Fino a quel momento, i trentacinquemila ingressi messi a disposizione dal decreto flussi non erano ancora esauriti, quindi chi aveva già spedito la domanda di assunzione (e ha i requisiti previsti dalla legge) dovrebbe riuscire comunque a far arrivare il lavoratore in Italia.

A complicare le cose si mette però il fatto che la maggior parte degli ingressi è stata già divisa tra le Regioni e le province autonome: è quindi teoricamente possibile che in alcune di queste le quote fossero esaurite quando alcuni datori non erano ancora riusciti a inviare la domanda. In questi casi, se verrà verificato che il sistema è andato in tilt, come ci si regolerà con le domande penalizzate?

Torna alla memoria quello che successe nel 2007, durante il primo click day, quando un problema informatico falsò la corsa alle assunzioni di molti datori di lavoro. Ci volle una lunga battaglia legale per far luce sulla vicenda e solo l’emanazione di un nuovo decreto flussi, che riassorbì anche le domande degli involontari ritardatari, evitò una valanga di ricorsi contro il ministero.

Stavolta cosa è successo? Magari sono davvero “un numero limitato di utenti” ad aver riscontrato problemi, ma hanno comunque diritto a una risposta.

Elvio Pasca

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