Roma – 27 novembre 2012 – “C’e’ sul tema dell’immigrazione lo stesso tipo di tensione che attraversa la politica del lavoro, nel senso di riforme per migliorare il mercato di lavoro e facilitare l’incontro tra domanda e offerta. Per circostanze dovute all’agenda del governo l’ho vissuta più sul tema del lavoro, ma e’ presente anche sul tema dell’immigrazione”.
Lo ha detto oggi il ministro del Lavoro e del Welfare, Elsa Fornero, intervenendo a Roma ad un convegno sull’inclusione degli immigrati al Cnel. “Questo tipo di tensione tra politiche che devono guardare al lungo periodo” e di contro la necessita’ di gestire una crisi e i “gravi problemi di emergenza” – ha aggiunto – e’ presente anche sul tema dell’immigrazione, “che abbiamo vissuto sempre rincorrendo l’emergenza”, senza un approccio a medio-lungo termine. E senza provare a “sentirsi una popolazione piu’ aperta, che capisce che non dalla chiusura si arricchisce, ma dall’apertura”.
Il ministro ha parlato anche della recente regolarizzazione, sostenendo che “il governo voleva evitare il concetto di sanatoria. Non e’ un buon modo di governare, producono piu’ danni che benefici”. Gli immigrati attualmente presenti in Italia “sono passati per sanatorie perche’ non abbiamo avuto politiche lungimiranti che avrebbero potuto gestire ex ante le questioni, invece di mettere le persone in una sorta di vincolo”.
Secondo Fornero, il tema dell’immigrazione e dell’inclusione va affrontato in un'”ottica che deve essere necessariamente europea. E questo e’ un punto su cui possiamo lamentare una carenza di Europa, per cui si procede un po’ per tentativi dei singoli Stati e per direttive. Si potrebbe avere una politica europea piu’ incisiva, che impone un cambiamento di passo rispetto a certi egoismi nazionali”.
“I percorsi di inclusione – ha poi aggiunto – sono percorsi di arricchimento. Non possiamo contrastare l’immigrazione: anche se mettiamo le barriere arrivano. Allora e’ piu’ lungimirante cercare una strada di apertura e di cooperazione con gli altri paesi”, per affrontare il tema “non solo ex post, ma anche ex ante”, non solo con ”un’analisi costi benefici, ma di inclusione e di arricchimento della società”. “A partire da questo approccio più inclusivo – ha concluso – e con una disponibilità al confronto che tante volte ci manca”.