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Forza Italia e l’immigrazione: “Difendiamo la nostra identità”

L’accoglienza è “doverosa”, ma chi arriva deve rispettare “la nostra cultura, la nostra religione, le nostre tradizioni, le nostre leggi”. Il “dialogo tra civiltà” nella Carta dei Valori del nuovo partito di Berlusconi

Roma – 18 novembre 2013 – Forse bisognerà attendere la prossima campagna elettorale per conoscere le proposte concrete di Forza Italia sul governo dell’immigrazione, sulla riforma della cittadinanza e su altri temi che riguardano gli stranieri in Italia. Nella Carta dei Valori del partito in cui è confluito buona parte del Popolo delle Libertà c’è solo un accenno all’immigrazione, all’interno però di una più ampia dissertazione sul “dialogo tra civiltà”.

Il documento punta il dito contro quello che viene definito "il gigantesco equivoco dell'Altro". “Gran parte della cultura europea – spiega –  ha finito per credere che il “multiculturalismo”, destino inevitabile delle nostre terre, dovesse coincidere con una sorta di nostra abdicazione identitaria.

"La verità – sostiene la Carta dei Valori – è che negli ultimi decenni, abbiamo coltivato una sola delle due facce del sistema di valori occidentale: l’amore per l’altro. L’esaltazione del dialogo, della tolleranza, del rispetto per le sue culture e le sue religioni. Abbiamo invece colpevolmente trascurato l’altra: l’amore per noi stessi. Lo studio e l’affermazione della nostra identità, della nostra storia, la passione per la nostra etica pubblica e per le nostre religioni”.

Secondo il partito di Berlusconi, però “ senza amore e rispetto per se stessi non è possibile alcun vero dialogo con l’Altro”. Ecco allora che “anche di fronte ai massicci fenomeni di immigrazione, l’accoglienza verso chi cerca la nostra terra come speranza di un futuro migliore è doverosa. Ma altrettanto doveroso é pretendere rispetto per la nostra cultura, la nostra religione, le nostre tradizioni, le nostre leggi”.

Forza Italia, “combatte apertamente”, spiega ancora la sua Carta dei Valori, “quello che viene definito ‘relativismo culturale’ per il quale le differenti civiltà, culture e costumi morali vengono messi sullo stesso piano di valore, arrivando addirittura a sostenere, ad esempio, che pratiche come l’infibulazione dovrebbero anche da noi essere giudicate legittime solo perché corrispondenti a una determinata mentalità diversa dalla nostra”.

In queste concezioni il partito vede l’insorgere di “un pericoloso regresso civile ma anche un concreto pericolo politico”, perché si potrebbero equiparare anche i diversi ordinamenti politici “considerando alla fine “trascurabile” la differenza di valore tra gli Stati democratici e quelli totalitari. In fondo, anche questi ultimi si fondano soltanto su culture diverse dalle nostre! Così ragionando si contraddice l’idea stessa che la democrazia e la libertà siano valori universali, fondativi della convivenza umana”.

EP
 

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