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Foto e impronte? Scappa uno su tre. “Impossibile costringerli”

Lo sforzo della Polizia Scientifica per identificare le persone sbarcate in Italia. “Se una persona non vuole, non ci si riesce…”

 

Roma – 10 settembre 2015 – “L’Italia deve identificare chi sbarca sulle sue coste”, tuonano in continuazione i nostri partner Ue. “Fosse facile…” viene da rispondere. Perchè fare foto e prendere le impronte a chi no ha nessuna intenzione di collaborare è praticamente una missione impossibile

Basti considerare che dall’inizio dell’anno sono sbarcati in Italia circa 122mila stranieri, ma  ne sono stati fotosegnalati  81 mila, il 66%. Il resto, praticamente uno su tre, è riuscito a sottrarsi alla procedura durante la quale vengono scattate immagini dei particolari del volto insieme a quelle “classiche” di fronte e di profilo, quindi scannerizzate impronte digitali e il palmo della mano. 

Questi dati sono stati resi noti stamattina dalla direttrice della Polizia Scientifica, Daniela Stradiotto, durante un’audizione davanti alla Commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti.”Da luglio 2014  c’e’ stata un’impennata dei tentativi di forzare il fotosegnalamento”, ha spiegato, ricordando però anche che” l’Italia oggi è dopo la Germania il paese che piu’ fotosegnala e piu’ integra la banca dati europea Eurodac”.

A sottrarsi “sono soprattutto eritrei, somali e siriani“, quindi persone che avrebbero diritto all’asilo, ma preferiscono andarlo a chiedere nei Paesi del Nord Europa. Un fotosegnalamento in Italia invece li “bloccherebbe” qui, dal momento che l’ormai famigerato regolamento di Dublino impone al Paese di primo ingresso in Europa di farsi carico della domanda d’asilo. 

Non si può usare la forza “I fotosegnalamenti forzosi non sono possibili se una persona non vuole non ci si riesce ” ha sottolineato Stradiotto. “Anche se la Corte Costituzionale ha stabilito che in qualche modo si può insistere, e qualche Procura lo fa, ci sono passaggi tecnici assolutamente impossibili da superare per noi e facilissimi invece per loro”. Ad esempio “un’ impronta digitale mossa o non leggibile non viene presa” dallo scanner, “come anche se la persona si muove o tiene chiusi gli occhi la fotografia del viso non si può fare”.

Non rimane che aspetttare che il diretto interessato si convinca, magari col tempo. “Speriamo che arrivino velocemente nuovi strumenti normativi, come trattenere le persone 72 ore e cercare di forzare il fotosegnalemento psicologicamente: oggi il codice prevede che si può’ tenere la persona 12 ore, poi va rilasciata. Tenerla 72 ore non si può, altrimenti il reato lo compie la Polizia”.

 

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