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Franceschini: “Cosi si torna alle leggi razziali”

Il leader Pd: "È la declinazione più brutta della destra". Le associazioni: "Fermare il ddl sicurezza" Roma – 6 maggio 2009 – "Non è moralmente accettabile che si strumentalizzi la paura per tornare settant’anni dopo alle leggi razziali nel nostro Paese”.  Il durissimo attacco al ddl sicurezza arriva da Dario Franceschini, intervenuto a un incontro tra Pd e associazioni che si occupano di immigrazione.

"Ci sono dei momenti – dice il leader del Pd – in cui anche un moderato, un riformista deve alzare la voce e smetterla di dire o non dire a seconda del consenso. E quindi va ricordato che c’e’ stato un momento nella storia in cui i bambini venivano cacciati da scuola per la loro religione e non dobbiamo permettere che accada mai più”.

Per Franceschini, “ci sono cose giuste che vanno dette anche se si rischia di perdere consenso. Una società che fa convivere le diversità è più giovane, bella e colorata di una che si chiude, è culturalmente una società più aperta in cui i ragazzi vivono meglio" .

Il segretario del Pd mette in evidenza il rischio che alcune norme stralciate, come i medici e i presidi-spia, "escano dalla porta per rientrare dalla finestra", così come si sta facendo per le ronde. Una serie di norme e in primis quella sul reato di clandestinità che rappresentano "la declinazione più brutta della destra".

Le associazioni contro il ddl sicurezza
Don GianRomano Gnesotto, direttore dell’Ufficio pastorale degli immigrati e rifugiati di Cei Migrantes, chiede che la maggioranza "si fermi per un surplus di riflessione", denunciando chela costituzione, come i principi cristiani,  “viene calpestata sui diritti delle persone”. Secondo Angelo Caputo , responsabile immigrazione di Magistratura Democratica, il ddl sicurezza è "inutile e inefficace perché “non si capisce la ratio giuridica del reato di immigrazione clandestina" che, peraltro, pone dubbi di costituzionalità”.

Laura Boldrini dell’Alto patronato Onu per i rifugiati segnala come l’Italia di distingua come paese in cui, a causa "di anni di informazione non completa", sia stata alimentata la paura verso gli immigrati. La riprova? "in un recente sondaggio il 52 per cento degli intervistati era d’accordo con la norma dei cosidetti presidi-spia".

Giuseppe Casucci, della Uil, si chiede come mai ”non ci sia stata una reazione a livello di società civile verso delle norme gravi contro i diritti alla persona: si sta costruendo una legislazione di serie B per gli immigrati”. Secondo Oberdan Ciucci, Anolf-Cisl, “nel pacchetto sicurezza non c’e’ niente di buono”, ma il problema del razzismo non coinvolge tutta la società italiana pertanto ”lo si può ancora distruggere”.

Pietro Soldini della Cgil propone di “ridurre il danno, anche aprendo un contenzioso sulla Costituzione, e tenere aperta l’ipotesi di un’iniziativa referendaria” se il ddl sicurezza dovesse passare. Il presidente dell’Arci, Paolo Beni, chiede ”proposte concrete, come ad esempio una legge di iniziativa popolare”, mentre  per Antonio Russo, delle Acli, bisogna far capire che gli immigrati sono una risorsa per l’Italia e da questa affermazione riprendere il dialogo.

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