Roma – 29 novembre 2012 – Nuovi criteri, più morbidi e uniformi, per la regolarizzazione degli immigrati in Francia. È la scelta del nuovo governo socialista, concretizzatasi in una circolare del ministro dell’interno Manuel Valls.
Una circolare “esigente”, dice Valls, ma anche “giusta, perché i suoi criteri permettono lo stesso trattamento su tutto il territorio”. E infatti l’intento dichiarato è dare omogeneità alle decisioni dei prefetti, che secondo la normativa francese sono chiamati a valutare le domande di regolarizzazione “ad personam” presentate dai sans papier.
I nuovi criteri riguardano diverse categorie. Ai genitori sono richiesti cinque anni di presenza e un bambino a scuola per almeno tre anni, ai coniugi di stranieri in situazione regolare cinque anni di presenza, diciotto mesi di vita in comune e risorse economiche sufficienti, ai ragazzi che compiono diciotto anni di aver seguito ”le scuole in materia assidua e seria” nel Paese, e ai lavoratori un certo numero di anni di presenza in Francia, mantenimento dello stesso posto di lavoro, esistenza di un contratto o di un impegno di assunzione.
Con la stretta voluta dal governo Sarkozy, le regolarizzazioni decise dai prefetti erano scese a circa 30 mila l’anno. Valls dice che la sua circolare non vuole aumentare questa quota, ma secondo molti osservatori allargherà le maglie per arrivare al permesso di soggiorno.