"Pattugliamento contro i trafficanti, non contro le vittime". "Dall’Europa una risposta incoraggiante" Roma – 25 agosto 2009 – ”Le motovedette affidate ai libici sono lì a pattugliare un tratto del mare Mediterraneo. Da un lato ci chiedono di collaborare con i libici, dall’altro ci dicono che non abbiamo collaborato abbastanza. I libici usano le motovedette. Tanto e’ vero che negli ultimi tre mesi a Lampedusa sono arrivate pochissime centinaia di persone contro i dieci-dodicimila arrivati nello stesso periodo dello scorso anno. Quindi, questo vuol dire che l’accordo con la Libia funziona molto bene”.
Ospite di ‘Radio anch’io’, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, torna a parlare della tragedia degli eritrei e difende la politica del governo per contrastare l’emergenza clandestini. Frattini non ha dubbi: ”I destinatari del pattugliamento sono i trafficanti non certo le vittime dei traffici. Ci sono delle regole europee, che dobbiamo rispettare, come quella sui respingimenti”.
Quanto all’ipotesi che altre imbarcazioni abbiano incrociato quella degli extracomunitari, il responsabile della Farnesina sottolinea che si tratta di ”un sospetto grave, ma di navi militari ne esiste una sola, quella maltese”. Frattini precisa: ”Non entro nel merito, sta indagando la Procura di Agrigento. Comunque, se vi fossero le prove che altre navi, ad esempio dei pescherecci privati, hanno intercettato questi poveretti quando ancora potevano essere salvati e hanno voltato la faccia dall’altra parte, è chiaro che questo sarebbe un reato gravissimo, punito dalle convenzioni internazionali”.
“Ho fatto un appello all’Europa perché faccia di più, non ho chiesto di prendersela con Malta. Non si tratta di chiedere sanzioni a Malta, ma si tratta di ragionare insieme se l’Europa e’ in condizioni di immaginare un pattugliamento europeo ancora più esteso e forte intorno alle acque maltesi” ha aggiunto Frattini riferendosi alle sue dichiarazioni di domenica al Meeting di Rimini. “Fortunatamente, la risposta data ieri dall’Europa e’ stata una risposta incoraggiante”.
L’Italia, ribadisce, non chiederà sanzioni per Malta ma si tratta di ”ragionare insieme se l’Ue può fare un pattugliamento congiunto ancora più forte intorno alle acque maltesi. Malta ritiene che lo spazio marino da controllare e’ grande quanto il territorio italiano, forse sarebbe meglio ridurre questo spazio. Noi non vogliamo forzare un Paese indipendente ma quando succedono le tragedie cosa facciamo?”. Frattini non punta il dito contro nessuno ma, avverte, ”ci sono Paesi lontani dal Mediterraneo e non capiscono come flussi di immigrati passano agevolmente transitare dall’Italia. Noi chiediamo a tutti i paesi di prendersi una parte degli immigrati perchè la redistribuzione e’ la chiave della solidarietà europea”.