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Friuli: 5mila in piazza contro il welfare anti-immigrati

Protesta dopo l’approvazione della nuova legge regionale. I sindacati: “È Discriminatoria, la impugneremo” Roma – 27 ottobre 2007 – Circa cinquemila persone, secondo i sindacati, sono scese oggi in piazza a Trieste per protestare contro la nuova legge sull’accesso al welfare approvata tre settimane fa dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

Una legge promossa dalla Lega, che penalizza in particolar modo gli immigrati. Richiede infatti almeno dieci anni di residenza in Italia, di cui uno in regione, per l’accesso alle case popolari e per il sostegno agli affitti, cinque anni, di cui uno in regione, per gli assegni per le scuole private e almeno un anno in regione per i contributi per gli asili nido.

Accanto alle bandiere di  Cgil, Cisl e Uil, che hanno promosso la manifestazione,  anche quelle di numerose associazioni e forze politiche: tra gli altri Acli, Arci, Alef, Anolf, Centro Balducci, sindacati di base, Comunisti Italiani e Sloveni, Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Sinistra e Libertà, Unione comunità e associazioni Immigrati. E ora i sindacati annunciano una battaglia legale contro le nuove regole, ritenute discriminatorie.

Secondo il segretario regionale della Uil, Luca Visentin, questa legge “è in palese contrasto con la Costituzione, con la legislazione nazionale e con le normative comunitarie. Vengono discriminati non solo gli immigrati regolari, che lavorano e pagano le tasse, ma anche i cittadini italiani e comunitari provenienti da altre regioni e altri paesi dell’Unione”.

Per Giovanni Fania, segretario Cisl,  si colpiscono “persone che cercano soltanto lavoro e stabilità”. “I cittadini da tutelare sono tutti quelli che lavorano onestamente, a prescindere dal colore della pelle e dal paese di provenienza, non certo quelli che sfruttano la povertà altrui, affittano a nero case o capannoni e abusano del lavoro a basso costo”.

"Gli immigrati producono il 10% del Pil regionale e versano ogni anno 100 milioni di tasse. Nonostante questo, migliaia di immigrati si vedranno negare servizi finanziati anche attraverso le loro tasse" sottolinea il segretario della Cgil Franco Belci spiegando che i sindacati hanno “affidato a un pool di avvocati l’incarico di verificare l’impugnabilità della legge in tutte le sedi possibili, compresa quella europea”.

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