Il direttore Leggeri critica i salvataggi a ridosso delle coste libiche. “Consentono ai trafficanti di caricare ogni giorno sempre piu’ migranti su imbarcazioni inadatte, senza acqua e carburante”
Roma – 27 febbraio 2017 – Frontex, l’agenzia europea per le frontiere, torna ad attaccare le organizzazioni umanitarie che salvano vite nel Mediterraneo. Queste non collaborerebbero nella lotta ai trafficanti e anzi li incoraggerebbero intervenendo così vicino alle coste libiche.
Intervistato da Die Welt, il direttore di Frontex Fabrice Leggeri dice che “sarebbe necessario rimettere in discussione le attuali misure di salvataggio a largo della Libia”, perché “il 40%” dei soccorsi sono effettuati da imbarcazioni private e non dalle missioni internazionali di stanza nel Mediterraneo”. Bisogna “evitare di sostenere le azioni delle organizzazioni criminali e dei trafficanti in Libia, aiutando i migranti sempre piu’ vicino alle coste libiche”.
Il modello attuale, “consente i trafficanti di caricare ogni giorno sempre piu’ migranti su imbarcazioni inadatte, senza acqua e carburante”. Leggeri ha anche criticato il fatto che alcune ong “cooperano in modo negativo” con i guardacoste. Il loro intervento “rende piu’ difficile per le autorita’ di sicurezza europee, avere informazioni sulle reti dei trafficanti attraverso le interviste con i migranti e di aprire indagini di polizia”.
Lo scorso dicembre erano spontati dei report riservati di Frontex che contenevano accuse dello stesso tipo Le ong hanno replicato che il loro unico impegno è salvare vite e er farlo bisogna avvicinarsi il più possibile alla Libia.