Roma – 22 agosto 2013 – "La Kyenge un giorno alimenta la demagogia delle frontiere aperte e della cittadinanza facile a chiunque e un giorno ammette tardivamente elementari verità che fa fatica ad accettare".
Così Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato (Pdl), commenta le parole della ministra dell'Integrazione, che ieri durante la visita al cara di Isola Capo RIzzuto ha chiesto il contributo dell'Unione Europea per l'accoglienza dei profughi.
"E' ovvio – sottolinea Gasparri – che l'emergenza profughi non può ricadere solo sull'Italia e l'intero governo deve richiamare l'Europa ai propri doveri. La Kyenge ha per fortuna poteri inesistenti, ma crea disordine entrando in competenze altrui".
"L'Italia – conclude Gasparri – non può diventare l'approdo di ogni disperazione e l'emergenza di questa fase impone maggiore severità e capacità di coinvolgere l'Europa. Se ne occupi il vertice del governo. Altri usano l'incarico marginale solo per una dannosa propaganda di parte".
Gasparri aveva attaccato Kyenge anche lunedì scorso, dopo che la ministra aveva parlato della necessità di una riforma della legge sull'immigrazione. ''Ci sono molti modi per far cadere un governo. Tra questi anche eventuali irresponsabili tentativi di rendere piu' lassista la legislazione in materia di immigrazione. La Kyenge continua a seminare demagogia andando peraltro fuori dai suoi limitatissimi compiti. Eviti di contribuire alla confusione'' aveva detto il senatore del Pdl.
''Mi risulta – è stata la risposta di Kyenge – che Gasparri sia parlamentare dal 1992. Oltre vent'anni. E sempre, se non ricordo male, in questi vent'anni e' stato ricordato per una legge del 2001 che porta il suo nome, che non e' passata alla storia per la sua equita' sull'informazione via etere. Io sono da pochi mesi parlamentare e una cosa e' certa anche per il mio ruolo istituzionale: io voglio unire e non dividere come, invece, lui e' abituato a fare".
"La legge sulla cittadinanza ed altri provvedimenti – ha aggiunto la ministra – verranno realizzati, anche senza il suo assenso''.