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Gasparri e Cicchitto smemorati: “No alla regolarizzazione”

I capigruppo del Popolo delle Libertà  contro la “norma transitoria” varata dal governo. Eppure l’hanno chiesta anche i deputati e i senatori del loro partito

 

Roma – 6 luglio 2012  – La notizia che il governo darà una chance per mettersi in regola a imprese, famiglie e lavoratori immigrati ha fatto cadere dal letto Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, capigruppo del Pdl alla Camera e al Senato.

“Non vorremo che dentro questa norma si celasse una qualche forma di sanatoria, che potrebbe attrarre addirittura ingressi di clandestini nel nostro Paese. Se così fosse sarebbe una scelta irresponsabile ed inaccettabile. Attendiamo di esaminare i testi per assumere le decisioni conseguenti e verificheremo in modo puntuale la conformità del provvedimento alle valutazioni fatte in Parlamento” ha tuonato Gasparri. Cicchitto ha partorito subito dopo una breve, ma intensissima nota: “Anche il gruppo Pdl alla Camera dei deputati e’ contrario a eventuali sanatorie di immigrazione clandestina”.

Anche chi li ascolta, però, cade del letto. Non solo perché Gasparri e Cicchitto  dimenticano  che proprio i governi a guida Forza Italia/Alleanza Nazionale/Popolo delle Libertà hanno varato le due grandi regolarizzazioni del passato, nel 2002 per tutti i lavoratori e nel 2009 solo per colf e badanti. E il meccanismo fu lo stesso che si delinea per la prossima regolarizzazione: i datori di lavoro pagano una certa somma, per loro non scattano le sanzioni e al lavoratore arriva il permesso di soggiorno.

Soprattutto, i due capigruppo hanno ancora più preoccupati problemi di memoria a breve termine. Alla Camera e al Senato, infatti, anche i parlamentari del Pdl, pochissime settimane fa, hanno chiesto al governo di prevedere un salvagente prima di inasprire le sanzioni per chi dà lavoro ai clandestini. È scritto in due pareri approvati dalle commissioni affari costituzionali e Giustizia a Montecitorio il 24 maggio 2012, e a Palazzo Madama il 5 giugno 2012.

Ci sono anche i voti del Pdl dietro la richiesta della Camera di “una norma transitoria affinché i soggetti interessati – e, in particolare, i datori di lavoro persone fisiche nel caso di impiego a fini privati – possano adeguarsi in tempi congrui alla nuova disciplina, evitando così le sanzioni più gravi”. Ed è del Pdl quella Souad Sbai che a metà giugno esortava Riccardi a “una sanatoria generale per chi lavora e collabora in questo Paese”, che “ peraltro, che era nei piani del Governo precedente”.

E i senatori del Pdl hanno chiesto insieme agli altri “una fase transitoria entro la quale i soggetti interessati possono volontariamente adeguarsi alle norme di legge ed evitare così le sanzioni più gravi, dichiarando entro un termine certo il rapporto di lavoro irregolare, con l’onere per il datore di lavoro dei pagamenti retributivi, contributivi e fiscali pari ad almeno tre mesi  e con il pagamento di un contributo di 1.000 euro per ciascun lavoratore”.

Irrispettoso presupporre un rimbambimento di Gasparri e Cicchitto?  Ma allora le opzioni sono due. E  sono comunque bella rogna per il Popolo delle Libertà. O i capi non sanno cosa fanno i loro gruppi, oppure i gruppi se ne infischiano di ciò che pensano i loro capi.

Elvio Pasca

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