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Gentiloni: “Jihadisti tra i migranti? Per ora è solo un’ipotesi”

Lo ha detto ieri il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in una audizione al Comitato Schengen

Roma, 6 marzo 2015 – "Non possiamo negare ipotetici rischi di una infiltrazione terroristica attraverso l'immigrazione irregolare, ma attualmente la nostra intelligence non dispone di informazioni che traducano questi rischi in realta'".

Lo ha detto ieri il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in una audizione al Comitato Schengen incentrata sull'immigrazione, nella fattispecie quella che approda sulle coste italiane dalla Libia, che ammonta al 90% dell'intero flusso migratorio verso il nostro Paese.

"Del resto lo stesso buon senso ci porta a ritenere che per un potenziale terrorista il ricorso al gommone non sia il modo migliore per raggiungere i suoi obiettivi", ha aggiunto il titolare della Farnesina, insistendo sulla minaccia ben piu' reale rappresentata dagli ambienti jihadisti attivi nei vari Paesi membri e dai "foreign fighters" e ricordando a tale proposito gli attentati di Parigi e i piu' recenti di Copenaghen.

"L'Italia – ha detto Gentiloni al Comitato – e' favorevole ad un rafforzamento delle frontiere esterne di Schengen terrestri e aeroportuali che sia ancorato ad una lesgislazione costante e non a lievi emendamenti". "Su questo siamo d'accordo con la Francia", ha infine detto Gentiloni prima di ribadire che il nostro Paese vede con favore per arginare il fenomeno dei "foreign Fighters", anche la direttiva europea in discussione "passenger name records"(la registrazione dei dati dei passeggeri dei voli).

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