Il rapporto: “Pochi ostacoli solo per quelli altamente qualificati, ma ci sarà sempre più bisogno di lavoratori meno qualificati. C’è un ‘divieto di assunzione con eccezioni’, la prospettiva va cambiata”
Roma – 5 febbraio 2013 – La Germania è uno dei paesi dell’Ocse con meno ostacoli per l’arrivo di lavoratori stranieri altamente qualificati. Eppure, l’immigrazione per lavoro a lungo termine è bassa rispetto a quella diretta verso altri paesi.
Come evidenzia il rapporto dell’Ocse “Recruiting immigrant workers: Germany” presentato ieri a Berlino, i lavoratori migranti che arrivano ogni anno dall’esterno dell’Ue e dall 'Associazione europea di libero scambio (EFTA) sono 25mila l’anno, circa lo 0, 02% della popolazione. Il numero di lavoratori migranti in Australia, Danimarca, Canada e Regno Unito è da cinque a dieci volte più alto.
Secondo il rapporto, le imprese tedesche reclutano ancora raramente lavoratori dall’estero. Anche quelle che si prospettano una mancanza di manodopera in futuro raramente considerano questa possibilità. Questo può diventare un problema per il Paese, come evidenziato dal vice segretario generale dell’Ocse Yves Leterme durante la presentazione : “La prosperità della Germania dipende in gran parte da come riuscirà a rimanere competitiva nonostante l’invecchiamento della popolazione”. E sarà difficile coprire la mancanza di manodopera senza un appropriata strategia di immigrazione.
Lo studio svela che la riluttanza dei datori tedeschi ad assumere dall’estero è dovuta, tra le altre cose, alla scarsa trasparenza e alla cattiva reputazione del sistema in vigore in Germania. E questo anche se il sistema è relativamente aperto: non ci sono limiti annuali al numero di immigrati altamente qualificati. La procedura è veloce e costa poco. Le richieste per lavoratori altamente qualificati sono bocciate raramente. Anche i laureati stranieri accedono in maniera relativamente facile al mercato del lavoro tedesco, anche se questo canale andrebbe, secondo l’Ocse, promosso più attivamente.
Se il sistema dell’ immigrazione tedesco è comunque percepito sia in patria che all'estero come restrittivo e di difficile accesso, è anche perché si presenta come un "divieto di assunzione con eccezioni". Secondo l'OCSE, sarebbe opportuno modificare la prospettiva e consentire l’immigrazione per lavoro a condizioni definite con chiarezza. Il sistema sarebbe anche più trasparente se fosse possibile presentare le domande e monitorare il loro status online.
Le piccole e medie imprese (PMI) spesso trovano difficile reclutare lavoratori qualificati in altri Paesi anche se soffrono la mancanza di manodopera più frequentemente delle grandi industrie e, diversamente da queste, non possono ricorrere a trasferimenti intra-aziendali per reclutare personale. Per questa ragione, il rapporto raccomanda di dare ai datori di lavoro, specialmente PMI, più aiuto nel reclutamento di personale straniero quando non riescono a soddisfare le loro esigenze nel mercato del lavoro interno.
Un altro aspetto da non sottostimare è la difficoltà rappresentata dalla lingua tedesca. Per molte imprese la sua conoscenza è il criterio principale per l’assunzione. L’Ocse propone di promuovere l’insegnamento del tedesco nei Paesi dai quali possono arrivare più lavoratori, per esempio offrendo corsi di lingua mirati per specifici posti di lavoro in cooperazione con le imprese. Lo studio della lingua dovrebbe essere promosso in maniera più forte anche tra gli studenti stranieri nelle scuole superiori tedesche.
Mentre il sistema dell’immigrazione è generoso con chi ha una laurea, l’immigrazione è molto più difficile per coprire posti dove non serve un livello di studi universitario. E questo quando è proprio in questo campo che si sente di più la mancanza di lavoratori in Germania. Le piccole e medie imprese si aspettano una carenza di manodopera mediamente qualificata sempre più grande rispetto a quella dei lavoratori altamente qualificati. Ad oggi, comunque, i cittadini extracomunitari hanno poche chance di avere un’occupazione mediamente qualificata in Germania. Il rapporto quindi raccomanda di aprire nuove possibilità di immigrazione in quest’area.