Roma, 7 febbraio 2024 – Nell’ambito delle crescenti tensioni e delle sfide globali legate alla gestione dei flussi dei migranti irregolari provenienti dalla Libia, l’idea di una collaborazione “funzionale” tra Italia e Turchia emerge come una possibilità intrigante e potenzialmente fruttuosa. Ad affermarlo è stata Valeria Giannotta, direttrice scientifica dell’Osservatorio Turchia del Centro Studi di Politica Internazionale (Cespi), in un’intervista rilasciata all’Agenzia Nova.
Migranti, Giannotta: “Possibile collaborazione con la Turchia in Libia”
Il contesto è caratterizzato dalla recente visita del ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, a Tripoli. La prima dall’assunzione della sua carica nel giugno del 2023. Questo evento, insieme alla presenza militare turca in Libia, sostenuta da un memorandum del 2019, suggerisce che la Turchia possa giocare un ruolo significativo nella lotta contro l’immigrazione irregolare. Secondo Giannotta, la Turchia rappresenta un interlocutore chiave nell’ambito del Piano Mattei, un’iniziativa italiana per sviluppare un nuovo partenariato con i paesi africani. Questa prospettiva è sottolineata dalla visita della presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, a Istanbul. Lì, ha discusso con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, proprio sul contenimento delle partenze di migranti dalla Libia.
La presenza militare turca in Libia, con basi sia aeree che navali, e il coinvolgimento nella formazione di gruppi armati locali, poi, indicano un forte impegno della Turchia nel contesto libico. Tuttavia, questa presenza non è priva di contestazioni, come dimostrano i contrasti con l’Egitto nel passato recente. Nonostante le tensioni con l’Egitto, inoltre, la Turchia sembra orientata verso una politica estera di normalizzazione delle relazioni. E a dimostrarlo è l’imminente visita di Erdogan al Cairo, programmata per il 14 febbraio. Questo, infatti, suggerisce un interesse turco nel dialogo e nel consolidamento delle relazioni regionali, compresa la Libia.
La prospettiva di aprire un consolato a Bengasi, annunciata dal ministro degli Esteri turco, poi, potrebbe consolidare ulteriormente la presenza turca in Libia. E proteggere gli interessi delle aziende turche nel paese nordafricano. In sintesi, quindi, una possibile collaborazione tra Italia e Turchia nel contrasto ai flussi migratori irregolari dalla Libia potrebbe portare benefici reciproci. Solo, però, se gestita con attenzione e cooperazione. Per questo l’impegno della Turchia nella regione e il suo ruolo di interlocutore privilegiato potrebbero contribuire a trovare soluzioni condivise a una delle sfide più urgenti del Mediterraneo.
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