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Giornata dei migranti, perchè è importante ricordare che abbiamo tutti gli stessi diritti

Roma, 18 dicembre 2020 – L’immigrazione è un tema che coinvolge tutto il mondo. Non esclude nessun Paese. Oggi è la Giornata Internazionale dei Diritti dei Migranti, ma anche il trentesimo anniversario dell’approvazione della Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. Approvata dall’ONU nel 1990, è entrata in vigore solamente quattro anni dopo, nel 2003. Questa ricorrenza è stata voluta e promossa dall’istituzione a partire dal 2000, quando si è sentita la necessità di promuovere l’adozione della convenzione in tutto il mondo. E proprio questa condivisione del fenomeno ha portato a voler ricordare i diritti delle persone migranti.

Giornata dei migranti, perchè è importante

La Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie è stata firmata da 54 Stati, i presenti, nonché i Paesi di origine dei flussi migratori. Oggi, tuttavia, mancano ancora delle ratifiche importanti, come quelle degli Stati europei, tra cui anche l’Italia. Questo, nonostante la Convenzione sia di fondamentale importanza: riconosce la specifica situazione di vulnerabilità dei migranti e promuove condizioni di lavoro e di vita dignitose e legittime. Fra le linee guida, infatti, ci sono quelle per l’elaborazione di politiche migratorie nazionali basate sul rispetto dei diritti umani, per combattere abusi e sfruttamento.

“L’anno scorso, in occasione della Giornata internazionale del migrante, abbiamo sottolineato l’importanza della coesione sociale e riconosciuto la generosità delle società che sostengono i migranti nelle loro comunità, inconsapevoli di ciò che il 2020 avrebbe portato. Avevamo definito i migranti come “campioni di resilienza quando i tempi sono duri“, inconsapevoli di come loro – e anche noi – saremmo stati messi alla prova. Quest’anno siamo stati tutti testimoni, in prima persona, del ruolo fondamentale svolto nelle nostre società dai migranti, in prima linea nella nostra lotta contro il COVID-19 nell’occuparsi dei malati e nel lavorare per mantenere funzionanti i servizi essenziali.

La dedizione e lo spirito imprenditoriale che abbiamo visto quest’anno ci ricorda che, nel momento in cui – nei prossimi mesi – si passerà dalla risposta alla pandemia alla ripresa, i migranti rappresenteranno una parte integrante del ritorno alla vita normale”, ha scritto in una nota il Direttore dell’OIM (Organizzazione internazionale per le Migrazioni) Antonio Vitorino.

Giornata dei migranti, i numeri della migrazione mondiale

Secondo l’ultimo World Migration Report dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, circa il 3,5% della popolazione mondiale è composta da migranti. Si parla quindi di 272 milioni di persone, due terzi delle quali cambiano Paese per motivi di lavoro. A loro, poi, si aggiungono gli “international displaced”, persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, ma che rimangono nello stesso stato: circa 42 milioni. In più, bisogna considerare anche gli apolidi, che sono circa 3,9 milioni. Negli ultimi anni, poi, altri eventi hanno influito sugli spostamenti dei migranti. Un esempio scontato sono i conflitti in Siria, Yemen, Repubblica Centrafricana, Repubblica democratica del Congo e Sud Sudan. Ma hanno inciso anche le campagne di violenza tecnica come quella contro i Rohingya nel Myanmar e le crisi economica.

In particolare, è l’India il Paese con il maggior numero di migranti: 17,5 milioni. La seguono poi Messico e Cina. Gli Stati Uniti, invece, detengono il primato di destinazione con 50,7 milioni di arrivi. Questi numeri ci fanno capire ancora meglio perché sia importante la Giornata Internazionale dei Diritti dei Migranti.

Vitorino: “Bisogna garantire l’accesso ai servizi sociali”

Dobbiamo sostenere gli sforzi già messi in pratica da molti Paesi affinché i migranti vengano pienamente inclusi nelle nostre risposte al COVID-19, garantendo tra l’altro il loro accesso ai servizi sociali e facendo in modo che non vengano lasciati indietro. Molti migranti si sono ritrovati ridotti alla povertà: i primi a perdere gli impieghi e gli ultimi ad essere riassunti. Economicamente svantaggiati, molti sono rimasti “bloccati”, senza riuscire a tornare a casa, mentre altri ancora sono stati costretti a rientrare nei loro paese senza adeguate garanzie per la loro sicurezza. In situazioni estremi, i migranti possono diventare preda di criminali che sfruttano la loro vulnerabilità a scopo di lucro.

I diritti umani non sono “guadagnati” in quanto eroi o vittime. Ma sono diritti che appartengono a tutti, indipendentemente dall’origine, dall’età, dal sesso e dallo status. Ma è necessario garantire sostegno e protezione affinché migranti possano contribuire pienamente alla loro, e alla nostra, ripresa. Man mano che i vaccini diventano disponibili, occorre garantire un equo accesso ai migranti – indipendentemente dal loro status – a quella che sarà la programmazione nazionale. Non perché rappresentano una categoria speciale di persone, ma in quanto amici, vicini e colleghi di lavoro. La risposta globale al COVID-19 rappresenta un’opportunità unica per re-immaginare la mobilità umana dal basso verso l’alto. Per implementare la visione del “Global Compact per la sicurezza, l’ordine e la regolarità Migrazione”, e contribuire allo sviluppo di comunità prospere, sane e resistenti.

Insieme, possiamo farlo accadere”.

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