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Gli 007:contro i clandestini, prevenzione nei Paesi d’origine

Relazione del Dipartimento informazioni per la sicurezza. "Altrimenti il trend non potrà conoscere inversioni di tendenza" ROMA, 11 marzo 2009 – La pressione migratoria illegale sui confini dei paesi europei delinea "un trend che non potrà conoscere inversioni di tendenza se non attraverso strategie di prevenzione concertate con i Paesi di origine dei migranti".

Lo afferma l’annuale Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza del Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza), diretto da Gianni De Gennaro, con il contributo di Aisi (ex Sisde) ed Aise (ex Sismi).

"Altrettanto ineludibili – per la Relazione- sono le ricadute del fenomeno sulla sicurezza. Ai molti aspetti criminogeni si aggiungono i profili d’incidenza sul piano economico-finanziario, derivanti dallo sviluppo di ‘economie sommerse’, nonchè le possibili interazioni con altri settori dell’illecito, incluso il richio, peraltro tuttora non riscontrato da specifiche evidenze, di un utilizzo dei canali dell’immigrazione clandestina per il trasferimento dei terroristi".

Quanto all’andamento del fenomeno in Italia nel 2008, il totale di 36.951 persone sbarcate (20.455 nel 2007), di cui 34.540 in Sicilia, evidenzia l’attivismo delle organizzazioni criminali, con "le filiere criminali libiche" che "restano il principale collettore della domanda di emigrazione", con una strategia dei trafficanti che è consistita nel "pianificare arrivi di massa per congestionare i centri di accoglienza, testimoniata dal significativo aumento delle persone sbarcate a Lampedusa" (nel 2008 sull’isola è arrivato l’83 delle persone sbarcate in italia), anche per "smaltire la rilevate massa di presenze straniere concentratesi in Libia, prima della piena applicazione dei più stringenti meccanismi operativi previsti dai protocolli internazionali in area Frontex e dagli accordi italo-libici".

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