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Graduatorie flussi, il verdetto a giugno

Ancora un rinvio dai giudici di Milano. Gli orari falsati da un blocco del sistema informatico

Roma – 22 gennaio 2009-  Bisognerà attendere la fine di giugno per sapere se il Tar annullerà, almeno a Milano, le graduatorie del decreto flussi 2007, le stesse in base alle quali si assegneranno le quote 2008.

A quella data è stata fissata l’udienza per la decisione sul ricorso presentato da un gruppo di datori di lavoro, coordinati dalla Cisl meneghina, penalizzati dal blocco del sistema informatico del Viminale.  Il 15 dicembre 2007, come ha ammesso lo stesso ministero dell’Interno, dalle 8.00 alle 14.00 i server non accettarono le domande d’assunzione per i lavoratori srilankesi  e di conseguenza anche tutte quelle che erano finite in coda (indipendentemente dalla nazionalità) negli invii cumulativi di associazioni e patronati.

Come si legge in un’ordinanza depositata la scorsa settimana dal Tar, il ministero dell’Interno ha comunicato che la pagina internet pubblicata dalla prefettura di Milano, con gli orari limite per l’accettazione delle domande, ha “carattere puramente indicativo”  e”risulta  attualmente superata”. Questo perché c’è stata una ridistribuzione di quote, un’altra è in arrivo e infine il decreto flussi 2008 permetterà un ulteriore e ben più ampio ripescaggio.

In pratica, anche le domande dei datori di lavoro che hanno presentato ricorso potrebbero ottenere una quota e quindi verrebbe meno il motivo della loro azione legale. I giudici hanno però chiesto al ministero le graduatorie e chiarimenti sulla posizione dei ricorrenti, dopodiché hanno fissato la prossima udienza per il 23 giugno.

“È chiaro che allungando così i tempi si cerca di trovare una soluzione in un eventuale ripescaggio. Può andare bene ai datori di lavoro che hanno presentato ricorso, ma tutti gli altri? Appurato che c’è stato un errore informatico, sono tantissime le persone penalizzate”commenta Maurizio Bove, responsabile immigrazione della Cisl di Milano. 

“In realtà, non serve a niente migliorare il sistema delle domande se non si interviene a monte. Ci sono centinaia di migliaia di persone  –  sottolinea Bove – che hanno un lavoro ma non il permesso, e non si riesce ad assorbirle tutte con i flussi d’ingresso. È su questo fronte che bisogna intervenire politicamente”.

Elvio Pasca

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