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Gran Bretagna: impronte digitali per chi chiede il visto

È una delle misure del pacchetto contro l’immigrazione clandestina. Byrne: "La gente vuole frontiere più salde"

ROMA  – 15 gennaio 2008 – Da ieri tutti gli stranieri che vogliono entrare in Gran Bretagna devono lasciare foto e impronte digitali, sia quando chiedono il visto che quando arrivano sull’isola. Dal confronto tra i due rilevamenti, sarà possibile smascherare eventuali false identità.

Il sistema di rilevamento introdotto dal governo laburista doveva entrare in funzione tra tre mesi, insieme a un generale giro di vite che prevede, tra l’altro, multe salatissime per chi dà lavoro ai clandestini. Ma la messa a punto ha bruciato le tappe della tabella di marcia e oggi sono già 133 i Paesi dai quali, tramite la rete consolare britannica, affluiscono impronte ai database della polizia di frontiera.

Gli imigrati, perlomeno, non si sporcano i polpastrelli d’inchiostro, visto che il rilevamente avviene tramite scanner. Inoltre dal rilevamento sono esentati i cittadini dell’Unione europea, che non hanno bisogno di visto per l’ingresso nel Regno Unito.

Finora, riferisce la BBC, sono state già raccolte più di un milione di impronte e 10mila persone che hanno chiesto il visto risultavano già schedate in Gran Bretagna come immigrati o richiedenti asilo. "Abbiamo scoperto 500 casi di false identità", ha precisato Liam Byrne, sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione. "La gente vuole che le frontiere siano più salde e che venga espulso chi infrange la legge. Qui deve rimanere chi può dare un contributo alla Gran Bretagna, purchè parli inglese, paghi le tasse e rispetti la legge".

 

EP

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