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Halal. In Italia oltre tremila prodotti “islamicamente corretti”

Agroalimentare, cosmesi, anche turismo: si allargano i settori che chiedono la certificazione. Serve per l’esportazione, ma anche per il mercato interno degli immigrati musulmani

Roma 11 settembre 2012 – Carne, formaggio, bibite, pasta, ma anche cosmetici, alberghi o processi industriali come il packaging, tutti islamicamente corretti. Sono circa tremila i prodotti made in Italy che hanno ottenuto la certificazione halal, un passaporto indispensabile per l’esportazione nei paesi musulmani, ma anche per il mercato interno dei consumatori immigrati.

Halal Italy, la filiale  italiana della Halal International Authority, ha già certificato centoventi aziende, altre trenta sono in lista di attesa.

“I prodotti certificati halal –spiega il presidente Sharif Lorenzini – sono sia prodotti finiti pronti per il consumo sia  semilavorati: si va dai formaggi al siero di latte, dall’olio ai  succhi di frutta, per restare in ambito alimentare”. Ma a chiedere la certificazione può essere anche un albergo, che ad esempio nelle sue dcamere indica la direzione della preghiera, o prevede orari diversi per l’accesso ei clienti uomini e donne a piscina e centro benessere.

“Il settore turistico – rivela Lorenzini – offre grandi opportunità per le strutture che intendono adeguarsi alle richieste della clientela musulmana, fino a qualche tempo fa poco considerata in Italia. Per questo, l’intento  della nostra authority e’ quello di costruire con gli operatori dei  percorsi certificati per un certo numero di strutture”.

L’esportazione di made in  Italy halal vale circa 7 miliardi l’anno. “Ma c’e’ un importante  mercato nazionale –sottolinea il presidente dell’autorità di certificazione – costituito dalla comunità di musulmani che vivono in Italia, che cresce del 10-15% ogni anno ed e’ arrivata a contare 4 milioni di cittadini compresi gli irregolari, con una forte  presenza delle seconde e a volte addirittura delle terze generazioni”.  Il giro d’affari  di questo mercato interno supera i 5 miliardi di euro all’anno

Il prodotto halal, assicura Lorenzini, avrebbe anche una funzione sociale: “Piu’  prodotti sono certificati e piu’ cresce il senso  di appartenenza all’Italia del consumatore musulmano. Non solo: sono  prodotti richiesti anche dagli italiani che hanno abbracciato la  religione islamica. Per questo, il nostro auspicio e’ che in futuro ci sia una collaborazione con le autorita’ italiane e con la grande  distribuzione, affinche’ possiamo creare una sinergia e sviluppare nel medio periodo programmi integrati”.

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