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I commercianti immigrati si ribellano alla mafia, 10 arresti a Palermo

Soprattutto bengalesi, erano costretti a pagare il pizzo con intimidazioni e pestaggi a Ballarò, dove un mese fa un giovane gambiano era stato ridotto in fin di vita. Contestate le aggravanti del metodo mafioso e del razzismo

 

Palermo  – 23 maggio 2016 – A onorare la memoria di Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992, oggi è anche il coraggio dei commercianti immigrati che a Palermo si sono ribellati ai mafiosi che li taglieggiavano. 

Stamattina la squadra mobile, su mandato della Dda della Procura di Palermo, ha arrestato dieci persone, considerate le nuove leve di un clan che teneva sotto controllo il mercato di Ballarò. Sono accusate di una lunga serie di reati, come tentato omicidio, estorsione, rapina, violenza privata, lesioni personali e incendio, con le aggravanti del metodo mafioso e del razzismo. 

Tra le loro vittime c’erano anche ambulanti stranieri, provenienti soprattutto dal Bangladesh. Proprio questi hanno raccontato alla Polizia le continue minacce subite, anche a mano armata, “Se non vuoi avere problemi, devi pagare”, così come le rapine, i pestaggi, i danneggiamenti a banchetti e negozi subiti da chi non accettava di pagare il pizzo ogni settimana. 

Lo scorso aprile a Ballarò Yusupha Susso, studente e mediatore culturale ventiduenne di origine gambiana, era stato ferito con un colpo di pistola alla testa. La sua unica colpa, aver reagito agli insulti e alle botte di alcuni giovani che si consideravano i padroni del quartiere. Con l’accusa di tentato omicidio, era stato arrestato dopo qualche giorno Emanuele Rubino, 28 anni.

Dopo quell’episodio, chi per chissà quanto tempo è stato vittima di intimidazioni e violenza ha trovato il coraggio di rivolgersi alla Polizia. Stanotte è scattata l’operazione antimafia ”Maqueda’, che ha portato ai fermi di Alessandro Cutrona, Vincenzo Centineo, Giuseppe Rubino, Giacomo Rubino, Emanuele Campo, Giovanni Castronovo, Alfredo Caruso, Carlo Fortuna e Bruno Siragusa.  Tutti soggetti che, secondo gli investigatori, sarebbero vicini a famiglie mafiose del mandamento di Palermo centro. 

“I commercianti bengalesi erano vittime di pestaggi apparentemente gratuiti, ma in realtà propedeutici alle successive richieste estorsive” ha spiegato il capo della squadra mobile di Palermo, Rodolfo Ruperti. “Dopo il tentato omicidio di un mese fa e l’arresto di Rubino, alcuni commercianti prima in maniera timorosa e poi sempre più convinti hanno denunciato una serie di vessazioni, intimidazioni, estorsioni e rapine che subivano quasi nel quotidiano da questo gruppo criminale”. 

Stranieriinitalia.it

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