Le competenze sui permessi? “Meglio alle Prefetture che ai Comuni” Roma – 4 aprile 2008 – Coinvolgere gli immigrati nella lotta alla criminalità, confrontandosi con le comunità e facendo vestire la divisa alle seconde generazioni che hanno acquisito la cittadinanza italiana. Parallelamente, affidare le competenze sui permessi di soggiorno al personale civile delle prefetture.
In una lettera sulla sicurezza inviata oieri ai candidati premier, l’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia dà anche dei suggerimenti in tema di immigrazione.
“Per il successo delle politiche d’integrazione si devono analizzare i singoli flussi e coinvolgere gli appartenenti alle comunità straniere nella lotta al crimine ed all’illegalità. Il contrasto al crimine “d’importazione” – scrive l’Anfp – non si può risolvere solo con interventi emergenziali, ma deve prevedere, accanto al rafforzamento complessivo della cooperazione internazionale di polizia, l’istituzione o il rafforzamento di indispensabili “nuclei centrali specializzati”, che diano il necessario aiuto alle forze territoriali, procedendo anche all’assunzione mirata nelle forze di polizia di giovani provenienti dalle comunità di immigrati”.
“Quando in una città facciamo delle indagini su gruppi malavitosi italiani che parlano in dialetto, noi cerchiamo come il pane tra il nostro personale chi conosce quel territorio e quel dialetto. Il concetto è lo stesso. Cerchiamo qualcuno che conosca da vicino le comunità e ci dia una mano a difenderla dai criminali” spiega a Stranieriinitalia.it il segretario nazionale Enzo Marco Letizia.
Oggi però i poliziotti di origine straniera scarseggiano, mentre abbondano gli immigrati che dalla Questura attendono per mesi il rinnovo del permesso di soggiorno. Su questo fronte che propongono i funzionari di Polizia?
“Si parla di passaggio di competenze ai Comuni, ma siamo sicuri che oggi i Comuni potrebbero assicurare questo servizio?” si chiede Letizia. “Sarebbe meglio che se ne occupasse il personale civile delle Prefetture, in modo tale da avere un coordinamento. Con troppe interpretazioni c’è il rischio di aspetti devianti. Serve un controllo di sicurezza vero, per capire a chi stiamo rilasciando il permesso di soggiorno”
Anche in questo modo si sgraverebbero le Questure dal lavoro d’ufficio legato ai rinnovi. “Utilizzando le risorse umane degli uffici immigrazione e affiancando loro gli agenti di origine straniera, avremo personale più che sufficiente per incominciare a fare una politica vera di contrasto contro chi rovina l’integrazione di chi viene in Italia per lavorare onestamente” conclude il segretario dell’Anfp.
Elvio Pasca